Nonostante le iniziali resistenze del ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria, così come previsto dal contratto di governo stipulato dal Movimento 5 stelle di Luigi Di Maio e dalla Lega di Matteo Salvini, la riforma delle Pensioni troverà spazio nella legge di Bilancio 2019. Ieri sera, infatti, come chiesto dai due vicepremier, è stato trovato l’accordo sulla Def. La nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, varato ieri dal Consiglio dei Ministri presieduto dal premier Giuseppe Conte, prevede che a partire dal 2019 il deficit aumenterà fino al 2,4% del prodotto interno lordo.
Pensioni di cittadinanza e quota 100, la riforma del governo gialloverde
Un’intesa che sia Luigi Di Maio sia Matteo Salvini, rispettivamente leader del Movimento 5 stelle e della Lega oltre che componenti del governo, hanno accolto con particolare soddisfazione ribattezzando subito la nota di aggiornamento al Def come “manovra del cambiamento” e “manovra del popolo”. Per la prima volta l’esecutivo italiano sfida sostanzialmente i dubbi dell’Unione europea rispetto ai vincoli di bilancio. Ammontano complessivamente a 13,6 miliardi di euro le risorse aggiuntive che potranno essere utilizzate con l’aumento del rapporto deficit/Pil nella manovra. Risorse che il governo può utilizzare per mantenere gli impegni assunti in materia di pensioni e reddito di cittadinanza e altre misure in materia economica e sociale.
A proposito della revisione del sistema pensionistico, saranno le prossime settimane quelle decisive per comprendere quali misure saranno effettivamente introdotte nella legge di Bilancio con lo scopo di superare la tanto contestata riforma Fornero varata nel 2011 dal Governo Monti con il sostegno parlamentare della maggioranza di larghe intese che andava da Forza Italia al Partito democratico.
Viaggia a parte alla Camera il disegno di legge per il taglio delle pensioni d’oro
I provvedimenti che si intendono mettere in campo sulla previdenza appaiono ormai definiti in linea generale ma si attende di conoscere i dettagli. Quello su cui ci sarebbero ormai la certezza è l’attivazione della quota 100, che dovrebbe essere a partire da 62 anni e sarebbero necessari 36 o 37 anni di contributi, questo l’obiettivo di Salvini.
Fra le misure che sembrano ormai certe anche il taglio delle pensioni d’oro da cui l’esecutivo punta a trovare i fondi per garantire le pensioni di cittadinanza a 780 euro al mese. Resta però ancora da capire se saranno previste nella manovra la proroga del regime sperimentale di Opzione donna e la quota 41 per i lavoratori precoci, su quest’ultima misura si è espresso in più occasioni il vicepremier Salvini fornendo rassicurazioni.