Il Governo giallo - verde, presieduto da Giuseppe Conte, andrebbe a toccare "delicati equilibri" con la riforma delle Pensioni che intende mettere in atto. E, per di più, tali scelte sarebbero "profondamente inique" sia in termini di proporzionalità che in termini generazionali. Ad affermarlo è stato il Presidente dell'Inps Tito Boeri. Il giudizio di Boeri è molto severo e frutto di una analisi attenta della situazione demografica e previdenziale del nostro Paese.

Il ragionamento di Boeri

Secondo il Presidente dell'Inps, il Governo M5S - Lega, per finanziare la famosa Quota 100, partirebbe dall'assunto, non scientificamente dimostrato, che per ogni vecchio lavoratore che va in pensione ne dovrebbe subentrare immediatamente uno giovane.

Boeri concede al Governo il beneficio del dubbio su tale presupposto. Ma sostiene che, se anche fosse così, non si è tenuto conto del differenziale contributivo tra le due generazioni di lavoratori. Infatti il primo lavoratore attualmente ha una retribuzione lorda annua di circa 36mila euro. Il lavoratore giovane invece a parità di condizioni avrebbe una retribuzione lorda di circa 18mila euro. Senza contare che per avere questo tipo di retribuzione il giovane dovrebbe essere assunto con un contratto a tempo indeterminato. E di questi tempi si tratta di un'eventualità molto rara, secondo Boeri. Da questo semplice raffronto si capisce subito intuitivamente che sarebbero necessari due lavoratori giovani per pagare una sola pensione di vecchiaia.

La conclusione del ragionamento del Presidente dell'Inps è che porsi l'obiettivo, come vuole fare l'attuale Governo, di erogare delle pensioni piene a oltre 500 mila nuovi pensionati è quanto meno una scelta "imprevidente" e sotto altri aspetti "profondamente iniqua". Oltre a rappresentare "un serio pericolo" per il nostro Paese.

Secondo Boeri questo dipende fondamentalmente dal fatto che non ci sarebbe nessuna garanzia che le imprese reagiscano alla riforma secondo gli auspici del Governo e non invece,per smaltire gli organici di personale più vecchi e costosi.

Il nodo coperture e il debito pubblico

Boeri ha affrontato anche la questione, non certo secondaria, di dove reperire le necessarie risorse finanziarie per attuare la riforma pensionistica.

E, riecheggiando un ragionamento fatto nelle scorse settimane dal ministro dell'Economia Giovanni Tria, ha affermato che voler trovare i denari necessari accentuando la lotta agli sprechi è una "litania" diffusa. Infatti, ridurre gli sprechi significa andare a toccare delle categorie che godono attualmente di trattamenti di favore. Secondo Boeri, e qui il ragionamento è simile a quello di Tria, l'unico spreco che andrebbe contrastato e che non danneggia nessuno sono gli interessi sul debito pubblico determinati dallo spread. Per Boeri già ora non esistono giustificazioni economiche per le quali l'Italia dovrebbe avere 100 punti base in più del Portogallo e addirittura 150 punti base in più della Spagna. E, per il Presidente dell'Inps, l'attuale innalzamento del differenziale tra i titoli del debito pubblico italiani e tedeschi è certamente legato alle scelte politiche del nostro Paese.