Quali potrebbero essere le possibili misure previdenziali che il Governo dovrebbe già inserire nella legge di bilancio 2019? Negli ultimi giorni si è molto parlato della quota 100 e dell’ultima proposta di Salvini di abbassare l’età di accesso dai 64 anni, precedentemente ipotizzata da Brambilla (consigliere ed esperto previdenziale-economico della Lega) a 62 anni. Con l’avvicinarsi dell’ora X per la manovra, pare che la Lega, per limitare il disappunto espresso da Tito Boeri, che ha definito troppo dispendiosa la quota 100 dai 62 anni, stia pensando di permettere l’uscita dai 35 anni di contributi, e dunque alzare l’asticella anagrafica a 65 anni.

Pensioni 2019-2020, le proposte di riforma allo studio

La Lega, per voce di Matteo Salvini, ha al momento proposto due strade immediate per ‘smontare la legge Fornero’: da un lato la quota 100 dai 62 anni, dall'altro la quota 41 senza vincoli anagrafici, che potrebbe sopraggiungere in un secondo momento, forse nel 2020. Il Presidente dell’Inps Tito Boeri ha espresso forti perplessità sulla quota 100 dai 62 anni, parlando in audizione davanti al Consiglio di presidenza del Senato facendo un collegamento sulla misura a partire dal taglio dei vitalizi: "Sarebbe paradossale dice, parafrasiamo le sue parole, che il Governo dopo aver richiesto ai parlamentari di avvicinare la loro pensione al regime contributivo, ora operasse in direzione opposta per altre categorie di lavoratori.

Poi spiega: “concedendo loro uscite anticipate generalizzate senza alcuna riduzione attuariale e appesantendo di oltre cento miliardi il debito pensionistico che grava sulle giovani generazioni".

Quindi è chiaro l’invito del Presidente Inps a rimodulare i progetti in essere sulle anticipate, ragione per cui Salvini, stando a quanto riportato da 'Huffington Post' starebbe pensando ad una quota 100 dai 65 anni.

Uno sconto di soli 2 anni rispetto ai 67 oggi richiesti dalla legge Fornero, ma anche questa misura, se applicata, avrebbe costi considerevoli. I dati.

Pensioni, ipotesi quota 100 dai 65 anni: ma i precoci?

Con questa proposta basterebbero solo 35 anni per poter accedere alla quota 100, ma servirebbero 65 anni. Secondo quanto riporta l'Huffington Post se la soglia contributiva scendesse a 35 anni i potenziali pensionati beneficiari sarebbero circa 495mila.

Le donne, forse a livello contributivo, potrebbero essere più vicine alla quiescenza, sebbene molte non abbiano 65 anni, quindi non si capisce se la misura potrebbe o meno giovare alle lavoratrici. Sicuramente danneggerebbe ulteriormente i precoci che pur avendo paradossalmente 41 anni di servizio, essendo giovani, si ritroverebbero ad andare in pensione più tardi, rispetto a chi è più vecchio ma ha contribuito molto meno alle casse dell’Inps.

Non resta che attendere dichiarazioni ufficiali o smentite in tal senso per comprendere verso quali paletti andrà incontro la quota 100, e per comprendere, se verrà confermato il ricalcolo contributivo dal '96 per chi opterà per tale misura, portando ovviamente ad un taglio considerevole dell’assegno, e se saranno usufruibili solo 2 anni di contributi figurativi.