Nessun passo indietro del governo sulla riforma delle Pensioni, è il vicepremier leghista Matteo Salvini a ribadire la linea dell’esecutivo in vista della discussione sulla legge di Bilancio 2019. “Nelle prossime settimane cominceremo a smontare la legge Fornero”, ha ribadito questa sera il leader della Lega parlando della questione previdenziale nel corso del programma Dimartedì condotto da Giovanni Floris su La 7. Salvini - come già aveva fatto oggi con un post su Facebook - ha ribadito ancora una volta l’impegno per modificare la riforma Fornero e introdurre la quota 100.

Nel piano dell’esecutivo anche Opzione donna e quota 41 precoci, anche quest’ultima misura è stata confermata dal ministro dell’Interno ai microfoni di La 7.

Pensioni, il ministro dell’Interno ribadisce: ‘Smonteremo la legge Fornero’

La legge Fornero andrà smontata tutta, pezzo per pezzo”, ha ribadito Matteo Salvini a Dimartedì. “L’obiettivo – ha aggiunto – è quota 100 integrale. Non posso pretendere di smontare in cinque mesi quello che gli altri non hanno fatto in cinque anni. L’obiettivo è quota 100 pulita che riguarda circa 800mila persone, quota 41 pulita. E questo è il primo passo bello, sostanzioso. Quota 100 significherebbe 60 anni di età 40 di contributi, o 59 anni e 41. Queste le prime due misure, poi ci sarà il 2019, il 2020”.

Non si sa ancora con esattezza come sarà formulata la quota cento, l’esecutivo sta ancora facendo i conti, è comunque probabile che per il primo anno venga prevista con il paletto dell’età a 62 anni.

Pensioni con quota 100, Salvini: ‘Stiamo facendo i conti, siamo persone serie’

“Stiamo facendo i conti perché siamo persone serie, se ad esempio quota 100 a 62 anni di età riguarda 500mila italiani ha un costo stimato fra i 7 e gli 8 miliardi di euro, però non è un costo pulito perché al posto di quei 500mila mila che io voglio mandare in pensione perché è un loro diritto quanti altri giovani cominceranno a lavorare, a versare i contributi, ad affittare una casa, a fare il mutuo?

E quindi ti vai a coprire una parte e quindi ti vai a coprire una parte del costo. Il problema dell’Italia è che i ragazzi in questo momento si stanno ponendo il dubbio: io per andare a fare il medico, l’avvocato, l’infermiere, il cuoco, l’imbianchino, dove vado? A Berlino, a Londra, a Parigi, a New York? Così stiamo perdendo centinaia di migliaia di ragazzi che io voglio che rimangano in Italia a lavorare, a mettere su famiglia e a fare dei figli perché così il paese cresce”.