Quota 100 a 62 anni, arriva l'apertura di Alberto Brambilla. Il presidente di Itinerari Previdenziali ha rilasciato all'Ansa dichiarazioni molto importanti sul fronte della riforma Pensioni, commentando l'ultima proposta di Matteo Salvini sulla pensione con quota 100. A margine della partecipazione alla manifestazione Giornate del Lavoro della Cgil a Lecce, l'economista ha spiegato nel dettaglio come la Lega intenda reintrodurre quella flessibilità pensionistica andata perduta con la riforma Fornero. Si scopre, dunque, che il governo è al lavoro su due binari paralleli e complementari, con protagonisti i fondi esubero e quelli di solidarietà.

Brambilla concorda sull'uscita a 62 anni per quota 100

Nel corso dell'intervista rilasciata all'Ansa, Brambilla ha parlato diffusamente della pensione anticipata a 62 anni mediante lo strumento previdenziale quota 100. L'economista italiano ha associato a essa il termine flessibilità, consapevole che si andrebbe ad anticipare l'uscita dal lavoro di un anno rispetto all'Ape sociale e all'Ape volontaria. Fino ad oggi, il direttore di Itinerari Previdenziali aveva ribadito con forza il disegno di quota 100 con 64 anni e 36 di contributi. Dopo l'annuncio di Salvini a Porta a Porta la scorsa settimana, qualcosa però è cambiato. Lo stesso Brambilla ha svelato la contrarietà manifestata dal leader della Lega Nord nei confronti dell'uscita dal lavoro a 64 anni, provvedimento considerato riduttivo da parte dell'attuale ministro dell'Interno.

Da qui il cambio di rotta sulla riforma pensioni Fornero, rispetto alla quale il governo sa di giocarsi una buona fetta di credibilità davanti a milioni di cittadini. Una partita troppo importante, dove un errore potrebbe costare caro in termini di popolarità nei sondaggi politici.

Fondi di solidarietà e di esubero, così sarà possibile aumentare la platea di pensionati

Sul tavolo della governo, alla voce pensioni, debuttano i fondi di solidarietà e quelli di esubero. Essi rappresentano due pedine fondamentali nello scacchiere della quota 100 a 62 anni e 38 di contributi, possibile grazie al sostegno delle imprese.

Brambilla ha definito il progetto allo studio dell'esecutivo una necessità/soddisfazione sia per le aziende italiane che le parti sociali interessate, ricollegandosi anche al mondo delle banche, assicurazioni e Poste, dove esiste già il gioco di squadra tra i due fondi. Il tecnico vicino alla Lega Nord ha inoltre ricordato come questa idea appartenga alla proposta elettorale sia di Lega che della coalizione di Centrodestra, un programma all'interno del quale si puntava al superamento della legge Fornero. Sembra dunque tramontare l'ipotesi quota 100 con 64 anni di età e 36 di contributi, visto che uno dei suoi principali sostenitori è ora passato all'uscita a 62 anni a patto di aver lavorato 38 anni. Resta da capire ora come si muoverà il ministero dell'Economia, dal quale dipende il contenuto della prossima legge di Bilancio.