La proroga di Opzione donna è contenuta nella Legge di Bilancio 2019, ed è stata approvata preliminarmente nel Consiglio dei ministri del 15 ottobre scorso. Un regime pensionistico indirizzato alle lavoratrici con l’ammissione alla pensione di anzianità con il calcolo dell’assegno attraverso il sistema contributivo. Opzione donna è una misura flessibile che garantisce l’uscita delle lavoratrici da un’attività lavorativa smontando la Legge Fornero. Si tratta di una misura che potrebbe subire delle modifiche da parte del Parlamento in termini di requisiti.

Cerchiamo di capire esattamente quali modifiche potrebbero investire la misura Opzione donna.

Verso la proroga

Si attende che il governo si muova verso una proroga per il 2019 della misura riservata per le donne. Sostanzialmente, tutte le lavoratrici con 57 anni e sette mesi con 35 anni contributivi, possono richiedere l’accesso al sistema pensionistico usufruendo del metodo di calcolo contributivo. Per le lavoratrici autonome si parla di 58 anni di età e sette mesi, restano invariati gli anni contributivi. Per accedere a questa misura, le lavoratrici devono possedere i requisiti indicati entro il 31 dicembre 2015. La questione ruota su Quota 100, dalla quale sarebbero escluse le lavoratici, per la contribuzione fissata in 38 anni.

Opzione donna investe un'ampia platea di lavoratrici che non rientrano nella misura di Quota 100.

Ecco perché si aspetta una proroga della misura fino al 2021 con la conservazione dei requisiti base, cioè il mantenimento dell’età anagrafica e contributiva. Tutto sommato, se valutiamo lo scatto in virtù della prospettiva di vita dovuto al 2019, possono uscire prima sia le donne lavoratrici dipendenti che quelle impegnate nel settore pubblico con il requisito di 58 anni e 7 sette mesi relativo all’età anagrafica e 35 anni contributivi.

Discostano le lavoratrici autonome portandosi a 59 anni e sette mesi e 35 anni di contribuzione. Requisiti da possedere al 31 dicembre 1995. Resta da considerare lo sfalsamento delle finestre mobili che consentono uno slittamento dei requisiti rispettivamente di 12 mesi e 18 mesi per dipendenti e autonome.

Calcolo contributivo

La misura riservata alle lavoratrici è a doppio taglio. Infatti, se da un lato consente di uscire prima, dall’altro la pensione viene conteggiata con il sistema contributivo. Ciò vuol dire che l’assegno pensionistico che viene corrisposto alle lavoratrici è di una somma inferiore.

Tra i fattori che possono influire sul peso della riduzione dell’assegno, troviamo:

  • scadenza della pensione;
  • attività lavorative svolte dalle lavoratrici come dipendenti o autonome;
  • aliquote di contribuzione ecc.

Tutti questi aspetti che abbiamo analizzato devono essere ancora discussi in Parlamento entro il 5 novembre, per poi finire nella Legge di Bilancio 2019.