Il Governo Conte, per quanto riguarda la riforma delle Pensioni, va avanti con quota 100, misura che sarà nella legge di Bilancio 2019 probabilmente insieme alla proroga di Opzione donna e alla quota 41 per i lavoratori precoci. Secondo i vicepremier Matteo Salvini (Lega) e Luigi Di Maio (Movimento 5 stelle), che ieri insieme al premier Giuseppe Conte a Palazzo Chigi hanno incontrato i vertici delle società partecipate, la quota 100 oltre a consentire di mandare in pensione circa 400mila lavoratori, dovrebbe creare altrettante opportunità occupazionali per giovani disoccupati.

La pensa diversamente il presidente dell’Inps Tito Boeri che oggi è tornato a dire la sua criticando la quota 100 che porterebbe a un aumento del debito previdenziale che graverà sulle future generazioni.

Pensioni, il presidente Inps: costi di quota 100 graveranno su generazioni future

L’introduzione del sistema pensionistico della formula quota 100 a partire da 62 anni di età anagrafica e 38 di anzianità contributiva insieme al blocco dell’adeguamento previdenziale alle aspettative di vita provoca un "incremento del debito pensionistico – ha detto il presidente dell’Istituto nazionale per la previdenza sociale - destinato a gravare sulle generazioni future nell'ordine di 100 miliardi". Tito Boeri ha spiegato nel corso di un’audizione in commissione Lavoro a Montecitorio di non potersi esimere dal lanciare quello che definisce “un campanello d’allarme”.

Anche sui calcoli relativi ai tagli degli assegni d’oro calcolati con il vecchio sistema retributivo il presidente dell’Inps la pensa diversamente dal governo e in particolare dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Luigi Di Maio che ieri, con un post su Facebook, è tornato ad esaltare il taglio delle pensioni d’oro per coprire l’aumento degli assegni minimi a 780 euro al mese.

Anche sui calcoli relativi ai tagli delle pensioni d’oro Boeri la pensa diversamente dal governo

Secondo l’economista bocconiano chiamato tre anni fa dal Governo Renzi alla presidenza dell’Inps il taglio alle pensioni alte coinvolgerebbe quasi 30mila persone e sarebbe inferiore a 150milioni di euro. Per il presidente dell’Inps la spesa previdenziale si ridurrebbe soltanto se i tagli degli assegni superiori a 90mila euro all’anno facessero riferimento non alle singole prestazioni previdenziali ma al reddito pensionistico intero.

In questo caso sarebbe del 23% la massima riduzione mentre sarebbe dell’8% la riduzione media. Queste le considerazioni del presidente dell’Inps Tito Boeri mentre i vicepremier Di Maio e Salvini continuano a ripetere in ogni occasione propizia che sulle modifiche alla legge Fornero “indietro non si torna” e “nessuno ci potrà fermare”.