Quota 100 continua a tenere banco anche dopo l'approvazione da parte del consiglio dei ministri della nota di aggiornato al Documento di economia e finanza. Le ultime indiscrezioni riportano l'ipotesi del paletto dei 38 anni di contributi che il lavoratore dovrà rispettare anche qualora richieda l'accesso alla pensione anticipata dopo i 62 anni di età. Si è discusso dell'argomento anche nella puntata di ieri sera della trasmissione DiMartedì. Qualora i rumors fossero confermati, il pensionamento con quota 100 sarebbe affiancato da altre forme analoghe ma meno convenienti ai cittadini.
Diverse testate giornalistiche hanno già aggiornato i loro conteggi, facendo spazio a quota 101, 102, 103 e 104.
Quota 100 con due paletti
Al paletto anagrafico dei 62 anni di età andrebbe ad aggiungersi quello contributivo dei 38 anni di lavoro, gli stessi requisiti minimi richiesti per andare in pensione con quota 100 (viene calcolata la somma di età anagrafica e anni di contributi, che in questo caso dà appunto la cifra esatta 100). Alla vigilia della NaDef (nota di aggiornamento del Def), gli addetti ai lavori avevano più volte presentato lo schema della nuova forma di prepensionamento citando le alternative 63 anni e 37 di contributi, 64 anni di età e 36 di lavoro, 65 anni e 35 di contributi.
Le cose, in realtà, potrebbero andare diversamente. Dalle notizie che trapelano in queste ultime ore, l'orientamento del governo sembrerebbe quello di affidarsi a due paletti anziché al solo requisito minimo dei 62 anni di età. A questo punto, entrerebbe dunque in gioco il paletto dei 38 anni di contributi, che andrebbe ad affiancarsi a tutte le età successive ai 62 anni (63, 64).
Pensione anticipata con quota 101, 102, 103 e 104
Oltre a quota 100 senza penalizzazioni, la pensione anticipata 2019 conterebbe dunque altre quattro quote: 101, 102, 103 e 104. La prima fa riferimento all'uscita dal lavoro a 63 anni con 38 di contributi. Quota 102 sarebbe invece la formula prevista per chi intende andare in pensione a 64 anni dopo averne trascorsi 38 al lavoro.
Si proseguirebbe dunque con quota 103, il prepensionamento per i lavoratori che scelgono di andare in quiescenza prima del raggiungimento della pensione di vecchiaia con 65 anni e 38 di contributi. Ci sarebbe infine quota 104, resa disponibile per le persone che hanno il desiderio di anticipare l'uscita a 66 anni e 38 di contributi nel 2019, quando il nuovo limite anagrafico per la pensione di vecchiaia sarà fissato a 67 anni per effetto dell'aumento dell'aspettativa di vita (l'adeguamento scatterà dal prossimo 1° gennaio). Al momento, comunque, va sottolineato il fatto che si tratta pur sempre di ipotesi, indiscrezioni giornalistiche. Dal governo non è ancora filtrato nulla in merito alle possibili alternative di quota 100 o meglio, ai due paletti - età e anni di contributi - richiesti ai lavoratori per uscire prima dal lavoro per godersi la pensione e lasciare il posto ai giovani.