Entro giovedì il governo approverà il Def, Documento di economia e finanza, il quale traccerà la cornice della prossima legge di Bilancio. Si tratta, dunque, di un passaggio cruciale per la riforma Pensioni, dopo le numerose indiscrezioni che si sono rincorse durante le ultime settimane. Quota 100 dovrebbe essere confermata, anche se non è chiaro quale sia lo schema scelto dall'esecutivo. Al di là della formula di uscita (64 anni e 36 di contributi oppure 62 + 38), desta interesse l'ultimo approfondimento del giornalista Enrico Marra per il Corriere della Sera, il quale ha rilanciato l'ipotesi di una pensione anticipata con penalizzazioni.

Quota 100, possibili tagli dell'1-1,5 per cento

Per venire incontro al ministro dell'Economia Tria, si starebbe valutando una modifica alla pensione con quota 100 introducendo una penalità dell'1-1,5 per cento per ogni anno di anticipo rispetto all'età pensionabile (67 anni dal 1° gennaio 2019 per effetto dell'aspettativa di vita). Questa l'indiscrezione rilanciata dal Corriere in un recente articolo sulle pensioni. Se dovesse dunque passare la linea della Lega, con quota 100 a 62 anni e 38 di contributi, nella più ottimistica delle previsioni il taglio subito dai neo pensionati sarebbe del 5 per cento (uscita a 62 anni e penalità all'1 per cento). In alternativa, qualora la penalità si traduca in una riduzione dell'1,5 per cento dell'assegno previdenziale, l'uscita anticipata di 5 anni rispetto alla pensione di vecchiaia a 67 anni si tradurrebbe in una riduzione del 7,5 per cento.

In ogni caso, vale la pena sottolineare di nuovo che non vi è nessuna conferma ufficiale a riguardo. Con ogni probabilità, bisognerà attendere i prossimi giorni per capire se i rumors giornalistici si trasformeranno o meno in realtà.

Pensione anticipata con penalità: calcolo riduzione degli assegni

Se quota 100 con penalità dovesse essere però confermata, quali sarebbero in concreto i tagli subiti dalle pensioni?

Ipotizzando una penalizzazione all'1,5 per cento per ogni anno di anticipo, un pensionato che avrebbe dovuto beneficiare di un assegno previdenziale da 1.000 euro netti si troverebbe in mano una pensione alleggerita di 75 euro, con il nuovo importo fissato a 925 euro. Prendendo invece come esempio una pensione da 1.500 euro netti mensili, una penalità all'1,5 per cento e un'uscita a 62 anni si tradurrebbe in una riduzione dell'assegno di 112,5 euro: il pensionato appartenente alla classe media dunque passerebbe da 1.500 euro a 1.387,5 euro.

L'indiscrezione rilanciata dal giornalista del Corriere non chiarisce se la penalità riguarderebbe indistintamente tutti oppure se sono previste degli eventuali sconti o esenzioni per talune fasce di reddito. Infatti, una quota 100 a 62 anni con penalizzazioni andrebbe a scontrarsi con il provvedimento sulla pensione di cittadinanza, atteso per il prossimo anno, che mira all'aumento delle pensioni minime a 780 euro.