Alla vigilia dell'ultimo Consiglio dei Ministri si ipotizzava un possibile ritocco di quota 100, lo strumento previdenziale introdotto dal governo nella manovra finanziaria per il 2019. In realtà, la riforma Pensioni è stata confermata in toto. Si va dunque avanti con la nuova pensione anticipata che permetterà a migliaia di italiani l'accesso alla quiescenza prima di raggiungere i 67 anni di età richiesti per la pensione di vecchiaia a partire dal 1° gennaio 2017. Insieme all'innovativa forma di prepensionamento, sono quindi state confermate anche le altre variabili, dal momento che la formula 62 anni e 38 di contributi è la sola a garantire l'uscita dal lavoro con la misura previdenziale voluta da Movimento 5 Stelle e Lega Nord.
Quota 100 rimane invariata
Avanti con quota 100 senza alcuna correzione. Dal prossimo anno, chi lo vorrà potrà andare in quiescenza fino a 5 anni prima del raggiungimento dei 67 anni, nuovo requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia. I due paletti rimangono invariati: 62 anni di età e 38 di contributi. Insieme, questi 2 valori costituiscono anche l'unica formula possibile di quota 100, dal momento che 38 anni di contributi è un requisito minimo indispensabile anche per chi sceglie la pensione anticipata all'età di 63, 64, 65 e 66 anni.
A un'età superiore rispetto ai 62 anni corrispondono altre quote. Chi sperava nell'eliminazione dell'obbligo dei 38 anni di lavoro è rimasto deluso. Infatti, dall'esito del nuovo Consiglio dei Ministri non si è registrata alcuna novità in questa direzione.
Rimangono dunque quota 101, 102, 103 e 104. Ciascuna fa riferimento a un'età superiore ai 62 anni: 63 anni e 38 di contributi (quota 101), 64+38 (quota 102), 65+38 (quota 103) e 66+38 (quota 104). Nessuna novità dunque nell'ambito della controriforma Fornero, come è stata ribattezzata la misura previdenziale voluta fortemente dalla Lega e per cui sono state destinate risorse pari a 7 miliardi di euro.
Rischio caos per i dipendenti pubblici con quota 100
Nelle ultime ore intanto Confintesa denuncia il rischio caos per i dipendenti pubblici con l'introduzione di quota 100. Secondo quanto dichiarato dal sindacato, più di un milione di lavoratori italiani potrebbe avere problemi per andare in pensione. Confintesa ha sottolineato che fin dal prossimo anno potrebbe scattare l'emergenza del settore pubblico. Per il noto sindacato italiano, il problema risiederebbe in dei vecchi disguidi burocratici che causerebbero dei buchi nella contribuzione previdenziale.