Si continua a discutere sulla famigerata Quota 100 che alcuni giorni fa ha ricevuto il via libera dal Consiglio dei Ministri assieme alle altre misure contenute nel decreto fiscale. Come già tanti sanno, circa 490 mila lavoratori potrebbero accedere al pensionamento dopo il raggiungimento di almeno 62 anni di età anagrafica unitamente ai 38 anni di versamenti contributivi.

Con Quota 100 previste penalizzazioni fino al 21%

In attesa dell'arrivo della Legge di Bilancio in Parlamento, si iniziano a effettuare le consuete simulazioni. Stando a quanto affermato dall'Istituto nazionale di previdenza sociale, infatti, i dipendenti statali che richiederanno il beneficio della Quota 100 potrebbero incorrere in una decurtazione sull'assegno previdenziale che potrebbe sfiorare il 21%, ovvero un quinto dell'importo della attuale pensione.

Tutto ciò potrà scaturire dall'anticipo di cinque anni rispetto ai 67 anni di età anagrafica richiesti per l'accesso alla pensione di vecchiaia per effetto della rivalutazione del Pil.

Anche i dipendenti del settore privato a rischio penalizzazioni

Anche un dipendente del settore privato potrebbe andare incontro a delle decurtazioni dell'assegno previdenziale in caso di anticipo dell'uscita. Un lavoratore con uno stipendio netto di 1.600 euro mensili, infatti, che decide di lasciare l'attività lavorativa a 62 anni di età anticiperà l'accesso alla pensione di circa cinque anni e tre mesi: in questo caso, si applicherà una penalizzazione pari al 21 %, perdendo circa 400 euro al mese ed incassando solo 1264 euro.

Un impiegato di 64 anni, invece, con uno stipendio pari a 2mila euro mensili perderà fra il 5 e l'11 % dell'importo visto che in questo anticipa solo di tre anni e tre mesi l'età pensionabile rispetto ai 67 anni previsti dalla normativa in vigore.

Secondo le simulazioni effettuate dall'Inps, inoltre, un dipendente della pubblica amministrazione con un reddito annuo pari a 40 mila euro potrà andare incontro a una decurtazione pari a 500 euro mensili perdendo fino a 6 mila euro all'anno.

Intanto, si attende l'esito definitivo della Legge di Stabilità che entro fine mese dovrà approdare dinanzi alla Camera per una prima votazione. Non è escluso che sulla Quota 100 possano essere decise variazioni: se approvato, il nuovo sistema pensionistico entrerà in vigore a partire dal primo gennaio 2019 ma diventerà operativo a partire dalla prossima primavera con il sistema delle finestre trimestrali fino al gennaio 2020.