Una nuova bozza della progetto del reddito di cittadinanza arriva sul tavolo del vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio. La riforma dovrebbe partire nel mese di maggio 2019 (e non più ad aprile) ed il sussidio dovrebbe essere erogato su una carta elettronica (non più sul bancomat come inizialmente previsto). Rimangono però ancora molti dubbi sui tempi, perché i Centri dell'Impiego, vero perno attorno al quale gira la riforma, devono essere totalmente rimodernati.
Il reddito di cittadinanza: le ipotesi sul funzionamento
Secondo il Corriere della Sera, è pronta una nuova bozza della riforma del reddito di cittadinanza firmata dal sociologo e docente universitario della Mississippi State University Mimmo Parisi, consulente del ministro del Lavoro Luigi Di Maio.
I lavori dovrebbero iniziare già da novembre per essere pronti a distribuire i primi redditi dal maggio 2019.
Attualmente gli unici requisiti richiesti per accedere al reddito sono l'inscrizione ad un Centro per l'Impiego e la disponibilità di 8 ore alla settimana da dedicare a lavori socialmente utili nell'ambito del proprio comune di residenza oltre ovviamente ad un reddito annuale al di sotto di quello minimo previsto.
Chi vorrà fare richiesta del reddito di cittadinanza potrà farlo sia personalmente presso un Centro dell'Impiego che online, tramite un sito internet apposito. È in progetto la creazione di un software specifico per la gestione delle richieste e la valutazione dell'evoluzione dei requisiti di ogni avente diritto nel corso del tempo, seguendo la sua attività di formazione e le offerte di lavoro ricevute.
Inoltre verrà realizzata una app per visualizzare ed aggiornare il proprio profilo direttamente sullo smartphone, per poter ricevere ed anche cercare attivamente le offerte di lavoro disponibili e verificare l'importo disponibile sul proprio account. Infine il reddito verrà erogato su una carta elettronica provvista di chip.
La ristrutturazione dei Centri dell'Impiego
Eredi dei vecchi Centri di Collocamento, gli attuali Centri per l'Impiego non sono in grado di reggere le novità della riforma perché mancano di personale qualificato e non hanno i sistemi informatici necessari per seguire le migliaia di richieste che arriveranno quando prenderà il via la riforma.
Il compito primario sarà quello di fornire opportunità lavorative con salario equo e nelle vicinanze del proprio luogo di residenza, un compito reso ancora più arduo per le note differenze nella disponibilità di offerte di lavoro tra il Nord e il Sud Italia. Per questo motivo alcune giorni fa il premier Giuseppe Conte ha aperto all'ipotesi di una "regionalizzazione" delle offerte di lavoro.
La Campania la Regione più in difficoltà
Allo stato attuale, è stato calcolato che ogni dipendente di un Centro dell'Impiego in media dovrà occuparsi delle pratiche e trovare lavoro a 892 persone, che salgono ancora di più nelle Regioni meridionali. Un carico di lavoro insostenibile e quindi la priorità del governo sarà quello di provvedere a nuove assunzioni di personale qualificato.
La Regione italiana con il maggior rapporto tra potenziali richiedenti del reddito e il numero totale di residenti è la Campania, dove ogni singolo dipendente dei Centri dovrebbe supportare nella ricerca di lavoro ben 2289 persone. Senza considerare che per ogni richiedente le offerte proposte dovranno essere tre.
Il Governo Lega-M5S si dice certo di riuscire ad avviare la manovra nel giro di pochi mesi, ma i problemi da superare sono numerosi e richiederanno attente valutazioni, soprattutto per rendere equa la distribuzione delle offerte di lavoro in un territorio dove sono presenti profonde differenze di ricchezza ed opportunità.