L'idea che lo storico stabilimento della Pernigotti potesse chiudere pare fosse nell'aria già da tempo, ma si sperava non fosse così fino all'ultimo. L'incontro convocato in Confindustria ad Alessandria avvenuto ieri, ha invece espresso quello che i lavoratori e i sindacati non avrebbero mai voluto udire: lo stabilimento di Novi Ligure dell'azienda dolciaria Pernigotti sta per chiudere i battenti.

In queste ore è in corso la mobilitazione cittadina di chi non accetta questo finale per l'azienda: una soluzione che porterebbe a perdere un patrimonio di tradizione e storia di Novi.

Oggi il presidio dei lavoratori assieme ai sindacati davanti ai cancelli dello stabilimento, oltre all'incontro atteso dei sindacati con il sindaco della cittadina piemontese Rocchino Muliere. Anche se sembra proprio non esserci alcun margine di manovra: il destino pare ormai segnato per una fabbrica che attualmente, secondo i sindacati, contava oltre cento dipendenti.

La città non ci sta

Pare che con la chiusura della azienda di viale Rimembranze a Novi Ligure che ha dato grande lustro alla stessa città e lavoro a varie generazioni di novesi, la produzione sarà trasferita all'estero. Molte produzioni dell'azienda in questione erano già state trasferite in Turchia.

I rappresentanti dei lavoratori pensavano venisse effettuato un piano di rilancio in seguito alle perdite di tredici milioni accumulate in quest'ultimi cinque anni, ma invece si sono ritrovati davanti ad una decisione totalmente opposta.

In questa fase di profonda crisi aziendale i sindacati avevano la possibilità di ottenere dal Ministero dello Sviluppo Economico un anno di cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione in caso di un investimento della proprietà per cercare di rilanciare lo stabilimento, ma a quanto pare la volontà dei vertici aziendali è stata di tutt'altro avviso.

Oltre 150 anni di storia andati in fumo

La Pernigotti ha una storia aziendale che parte dal lontano 1860, quando nella piazza di Novi ligure Stefano Pernigotti apre una drogheria specializzata e rinomata fin dagli inizi per la produzione di un torrone molto pregiato. In seguito alla crescente notorietà Stefano decide di fondare assieme a suo figlio Francesco una società che il 1° giugno del 1868 prende il via ufficialmente.

Paolo Pernigotti sostituisce il padre Francesco nel 1919, anno in cui per la prima volta venne avviata la produzione industriale. Nel 1935 Paolo acquista l'azienda di Enea Sperlari e nel 1936 avvia una nuova produzione sui preparati di gelateria. Nel 1944 un bombardamento distrugge l'edificio che verrà poi ricostruito dopo la guerra. Subentrerà poi, nel 1971, il figlio di Paolo a guida dell'azienda, Stefano Pernigotti che acquisisce la Streglio. Nel 1995 Stefano Pernigotti non avendo eredi, in quanto i due figli avuti erano morti in un incidente stradale, decise di cedere lo storico nome alla famiglia Averna e nel 2000 decise di cedere anche la Streglio ad un nipote. Nel luglio del 2013 infine la nota azienda viene ceduta dalla famiglia Averna al gruppo turco appartenente alla famiglia Toksoz. Il resto è storia recente.