Il presidente del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, Tiziano Treu, ha parlato della disponibilità, in Italia, di 100 mila posti di lavoro che non possono essere occupati per mancanza di candidati idonei. Secondo Treu non ci sono persone in grado di ricoprire ruoli che richiedono specifiche competenze e ciò sarebbe dovuto ad un grave ritardo sull’innovazione, accumulato dall'Italia nel corso dei decenni. Il presidente afferma che il nostro Paese non investe sulla formazione sia dei lavoratori sia degli imprenditori. Inoltre manca un adeguato orientamento nelle scuole che non preparano i giovani a rispondere a ciò che il mondo del lavoro oggi richiede: competenza e innovazione.

Per Treu ci sono i posti di lavoro ma mancano i candidati competenti

Treu ha rilasciato un'intervista al mensile Economy in cui ha affermato che la responsabilità di ciò che accade oggi nel nostro Paese, non è da attribuire solo al Governo ma anche ai privati, infatti le imprese non sono innovative. Sarebbero perciò necessari maggiori investimenti privati e pubblici nella formazione degli imprenditori e dei lavoratori. Treu è consapevole che oggi il mondo del lavoro richiede figure differenti da quelle che offre la Scuola, ancora troppo tradizionale e non improntata sull'innovazione. Prima di tutto bisognerebbe orientare meglio i giovani, perché l'influenza dell’economia digitale sul mondo del lavoro è da tempo una realtà e l'Italia è ancora troppo indietro rispetto agli altri paesi, non solo europei, ma anche del mondo.

Lavoro e centri per l'impiego: non si investe abbastanza

Il presidente del CNEL ha parlato anche della flessibilità che deve esserci ma è giusto saperla gestire e regolare adeguatamente. Servono servizi pubblici per l’impiego e per le politiche attive. Treu fa un confronto tra l'Italia e la Germania: nel nostro Paese ci sono 9 mila professionisti nei centri per l'impiego mentre i tedeschi hanno 102 mila persone competenti.

In Italia si spreca troppo denaro per la cassa integrazione mentre si dovrebbe investire di più nei centri che dovrebbero trovare lavoro a chi è stato licenziato. In futuro, secondo Treu, il problema sarà trovare un nuovo lavoro nel momento in cui non si ricopre più la precedente posizione lavorativa. Per questo sono necessarie sia la flessibilità del lavoratore sia le strutture competenti nel fare incontrare domanda e offerta di lavoro.