Le ultime notizie sulla riforma Pensioni, ad oggi martedì 18 dicembre, riguardano le novità in arrivo in merito all'adeguamento degli assegni rispetto al carovita, adeguamenti che, come sottolineato dall'edizione odierna de 'Il Sole 24 Ore', resteranno parziali, nei prossimi quattro anni, soprattutto per quanto concerne gli importi più elevati. Il provvedimento è incluso nel maxi emendamento del governo e dovrebbe essere articolato attraverso uno schema di indicizzazione previsto su 5 fasce: l'indicizzazione sarebbe piena solamente per le pensioni con un importo fino a tre volte il minimo, vale a dire 1530 euro lordi al mese.

Con l'aumentare dell'assegno, l'indicizzazione si ridurrà sino a stringersi al 50 per cento per gli importi superiori 6 volti la quota minima. Per quanto riguarda, invece, Quota 100, nell'ultima revisione della manovra finanziaria, si parla di due miliardi in meno di spesa il primo anno, vale a dire 4,7 miliardi anziché i 6,7 inizialmente previsti.

Pensioni, oltre i 1530 euro rivalutazione assegni ridotta

Dunque, anche nei prossimi quattro anni, resterà parziale la rivalutazione delle pensioni, soprattutto per quelle con importo più elevato. Il governo conta di risparmiare preziose risorse che andranno a compensare, almeno in parte, l'avvio di Quota 100.

Secondo quanto riportato da 'Il Sole 24 Ore' di oggi, martedì 18 dicembre, l'indicizzazione sarà piena solo per le pensioni con importo fino a tre volte il minimo mentre la perequazione si fermerebbe al 95 per cento per gli importi compresi tra 3 e 4 volte il trattamento minimo Inps, all'80 per cento per quelli compresi tra 4 e 5 volte, al 60 per cento per quelli compresi tra 5 e 6 volte, mentre scenderebbe al 50 per cento per gli assegni superiori a sei volte il trattamento minimo.

Cinque fasce che dovrebbero produrre una minor spesa di 1 miliardo e 700 milioni di euro per i prossimi tre anni.

Per quanto riguarda i tagli alle pensioni d'oro, altrimenti noti come 'prelievi di solidarietà', questi dovrebbero scattare dai 100mila euro annui in su e non dalla soglia inizialmente prevista dei 90mila euro.

Quota 100, clausola di garanzia e finestre trimestrali 'mobili'

La nuova anzianità con Quota 100, come anticipato nei giorni scorsi, durerà tre anni e consentirà il pensionamento anticipato sino a cinque anni prima rispetto alla pensione di vecchiaia, attualmente fissata a 67 anni. A fronte di una spesa preventivata nel primo anno, pari a 4,7 miliardi, si salirà a 8 miliardi nel 2020 per poi scendere a 7 nel 2021.

Il limite di spesa verrebbe garantito da una clausola di salvaguardia: infatti, secondo quanto vi abbiamo anticipato nei giorni scorsi, le finestre trimestrali di uscita per i 'quotisti' potrebbero allungarsi di altri 3 mesi nel caso in cui le domande di pensionamento anticipato inviate all'Inps dovessero risultare superiori a quelle previste. La clausola di garanzia, relativa alle finestre mobili, varrà indistintamente sia per il lavoratore del settore privato, che per il dipendente statale. Per i lavoratori del pubblico impiego, però, il posticipo sarà doppio, non interiore ai 6 mesi. Il governo ha stimato una percentuale massima di richiedenti Quota 100 all'85 per cento ma proprio per il fatto che la nuova misura di anticipo pensionistico durerà solamente tre anni, sono in molti a ritenere, invece, che questa percentuale salirà ulteriormente, con una vera e propria adesione di massa.