Il reddito di cittadinanza è una misura proposta dal Governo per dare, nelle intenzioni dell'esecutivo stesso, speranza a tanti giovani che oggi le hanno perse. E' indirizzata a diversi tipi cittadini che sono senza lavoro per vari motivi: da quelli più istruiti a quelli che necessitano di un processo di formazione per essere inseriti o reinseriti all'interno del mercato lavorativo. Il reddito di cittadinanza è criticato da molti, fra cui il giornalista, scrittore e imprenditore Alberto Forchielli, che ha espresso a chiare lettere il proprio dissenso verso il provvedimento ed è stato protagonista di un battibecco con Francesca Sardella, giovane precaria laureata in Scienze Politiche e con un curriculum di tutto rispetto.

Il vibrante scambio di opinioni è avvenuto nella trasmissione Non è l'Arena, condotta da Massimo Giletti.

Forchielli invita i giovani a darsi da fare

Forchielli, all'interno del suo intervento, sottolinea come, tra i suoi scritti, ci sia un libro che si chiama Muovete il c**o!. Un invito ai giovani a darsi da fare. L'adozione del reddito di cittadinanza, a suo dire, rappresenta l'esatto contrario: "E' un anti Cristo per uno che ha scritto un libro come il mio. A sembra tanto una manovra per appoggiare il c**o". Il reddito di cittadinanza può anche uno strumento per lenire momentaneamente la frustrazione di chi è già qualificato e magari per acquisire nuove competenze.

'Non studiate scienze politiche o giurisprudenza'

Ed è proprio in questa direzione che probabilmente si inquadra il pensiero di Francesca Sardella, che con tono abbastanza infastidito replica a Forchiellii: "Ho due lauree, due master, parlo correntemente due lingue. Perché umiliarmi con dei lavoratori che sono poco retribuiti?".

A quel punto il giornalista-imprenditore le pone una domanda: "Tesoro, scusa cosa hai studiato?". "Io - replica Sardella - sono laureata in Scienze Politiche, specializzata in Relazioni Internazionali e ho lavorato in Europa". La contro-replica di Forchielli è senza peli sulla lingua: "Ho passato anni a dire ai ragazzi di non studiare Scienze Politiche perché si rimane a casa.

Ho speso anni a spiegare ai ragazzi di non farlo e di non studiare Giurisprudenza". Inevitabile sottolineare come sui social si sia scatenata una vera e propria bufera nei confronti di parole che si scagliano contro la scelta accademica di migliaia di giovani che difendono la loro passione.