Ultime notizie sulle Pensioni, ad oggi giovedì 10 gennaio, incentrate sul decreto legge che darà il via a Quota 100 e al reddito di cittadinanza. Il nodo legato alle pensioni di invalidità, come anticipato nella giornata di ieri, rischia di ritardare l'uscita del provvedimento. Ieri sera, come riporta il quotidiano economico 'Il Sole 24 Ore', si è concluso l'esame tecnico della bozza del decreto da mettere sul tavolo del Consiglio dei Ministri domani o addirittura la prossima settimana. Salvini continua ad insistere sul discorso legato ai fondi per le pensioni di invalidità: in caso contrario la Lega non voterà il reddito di cittadinanza.
Decreto legge pensioni-reddito cittadinanza rinviato a domani o alla prossima settimana
Il vicepremier leghista ha affermato che non si tratta di una ripicca, piuttosto ipotizza una 'distrazione' su quelli che erano accordi presi. Un'altra 'patata bollente' nelle mani di un governo costretto più volte a ricucire, sanare le fratture, al fine di poter arrivare in dirittura d'arrivo con questa Manovra finanziaria, costellata di ostacoli in tutto il suo percorso, persino adesso che sembrava essere giunta ormai al traguardo. I tecnici stanno ragionando sulla possibilità di ricavare dal reddito di cittadinanza poco meno di 400 milioni di euro, nel corso del prossimo triennio (nel 2019 saranno 140) per destinarli alle pensioni di invalidità.
Le nuove risorse si libererebbero grazie alla riduzione della platea di stranieri beneficiari del reddito di cittadinanza.
Dunque, è presumibile un ulteriore ritardo nella tabella di marcia di approvazione del decreto legge per Quota 100 e reddito di cittadinanza, proprio per effetto della questione legata ai fondi da destinare alle pensioni di invalidità.
Il nuovo braccio di ferro Lega-Movimento 5 Stelle potrebbe rinviare il varo dei due provvedimenti alla prossima settimana, come sottolineato da 'Il Sole 24 ore'.
Quota 100, le donne sono le 'grandi escluse'
In ogni caso, le donne saranno le 'grandi escluse' da Quota 100 come titola questa mattina 'Repubblica', parlando del 'gender gap' relativo ai contributi versati durante la carriera lavorativa: in media 25 anni e mezzo per le donne contro i 38 degli uomini.
Senza contare il fatto che Opzione Donna, seppur prorogata di un anno, andrà a tagliare in maniera cospicua l'assegno pensionistico: il ricalcolo interamente contributivo significa riduzione di un quarto dell'importo (20-25%), una penalizzazione addirittura più alta di quella applicata alle pensioni d'oro. La situazione è meno deficitario per le lavoratrici statali, visto che prima del 1986 si riusciva ancora ad entrare 'giovani' nella Pubblica Amministrazione. Carriere più serene e continue lavorando per lo Stato. Di certo, Quota 100 sarà un provvedimento che avvantaggerà il Nord (specialmente i lavoratori delle grandi industrie) mentre il Sud, sia che si tratti di uomini o donne, sarà certamente penalizzato.