Due sono i titoli e 27 sono gli articoli che compongono il decreto legge che, dall’inizio del primo quadrimestre, dovrebbe e consentire l’avvio alle Pensioni anticipate con Quota 100 (consentendo così di superare la tanto contestata legge Fornero) e Opzione Donna. Il testo dovrebbe approdare al Consiglio dei ministri nei prossimi giorni. Importanti novità potrebbero paventarsi all’orizzonte e sono proprio al vaglio del governo in questi giorni.
Opzione Donna: le novità
Come riportato da 'Il Sole 24 Ore', potrebbero esserci alcune novità sulla proroga della misura sperimentale Opzione Donna.
Sembra che la misura potrebbe essere estesa anche alle lavoratrici nate nel 1960, quindi a chi ha compiuto 58 anni entro dicembre 2018. Fino a questo momento questa misura sperimentale era rivolta sola alle lavoratrici nate nel 1959 (nel 1958 se autonome). Questa estensione anche alle nate nel 1960 sarebbe possibile anche grazie alle risorse inutilizzate l'ultimo anno per finanziare la misura di anticipo pensionistico. L’assegno viene comunque calcolato con il sistema contributivo e quindi potrebbe avere un importo più basso. Confermata anche l’applicazione di finestre mobili: per chi ha perfezionato i requisiti entro metà del 2018, la prima finestra di uscita per l'anno appena iniziato si aprirà a luglio (il primo dell'anno del 2020 per le lavoratrici autonome); se la finestra mobile è già aperta alla data del decreto, nella migliore delle ipotesi sarà riconosciuta la prima finestra a febbraio 2019 (ipotesi alquanto rara visti i ritardi del decreto opzione donna 2019).
Quota 100: riduzione fino al 30% sull’assegno pensione
La bozza del decreto pensioni ha dato conferma dei requisiti che devono possedere i beneficiari: chi ha raggiunto i 62 anni d’età anagrafica e i 38 anni di contributi versati (come requisiti minimi). Non sarà possibile sommare al reddito da pensione fonti di guadagno provenienti da lavoro per un importo superiore ai 5000 mila euro all’anno.
Chi deciderà di beneficiare di quota 100 prenderà un assegno pensione più basso, poiché la quantità di contributi versati sarà inferiore. Questa 'perdita', in alcuni casi, potrebbe arrivare quasi al 30% dell’importo totale che si sarebbe preso aspettando la pensione di vecchiaia. Il requisito per raggiungerla sono 67 anni di età anagrafica poiché dal 1° gennaio 2019, a causa dell’adeguamento delle speranze di vita, sono stati aggiunti 5 mesi in più (prima, infatti, sarebbe stato sufficiente avere 66 anni e 7 mesi d’età).