Con l'approvazione del decreto sulle Pensioni e sul reddito di cittadinanza, buone nuove per pensionati e cittadini che versano in condizioni d'indigenza. La tanto attesa riforma pensionistica entrerà in vigore da subito e riguarderà tutti coloro che rientrano nella Quota 100, cioè coloro che per richiedere il pensionamento basta avere 62 anni di età e 38 anni di contributi versati.
Che cos'è e da quando si applica
Per quota 100 s'intende la possibilità di andare in pensione prima dei 67 anni (requisito maschile) e 66 anni e 7 mesi e 20 anni di contribuzione (requisito femminile), o ancora senza possedere i 43 anni e 5 mesi di contribuzione (requisito contributivo necessario per gli uomini) o 42 anni e 5 mesi (requisito donne).
Con le novità introdotte potranno andare in pensione i lavoratori che hanno almeno 62 anni di età e 38 anni di contribuzione. Ma c'è anche un'altra chance per poter richiedere il trattamento pensionistico, rivolto a chi ha il requisito contributivo cioè avere 42 anni e 10 mesi per gli uomini o 41 anni e 10 mesi per le donne.
La bella notizia che tanti aspettavano è arrivata: non solo si potrà andare in pensione prima, ma i lavoratori del privato che hanno il requisito di quota 100 entro il 31 dicembre 2018 può lasciare il lavoro da aprile 2019. Invece, chi lo matura a gennaio 2019 può andare in pensione tre mesi dopo, senza quindi dover attendere il 2020. Nel settore pubblico, invece, chi matura i requisiti entro il 31 dicembre 2018 può andare in pensione dal mese di agosto, gli altri, invece, sei mesi dopo il raggiungimento dei requisiti previo preavviso comunicato sei mesi prima.
Per la scuola il pensionamento decorre da settembre e si potrà far domanda entro il 28 febbraio.
Svantaggi economici di Quota 100
È comunque fatto veto a chi andrà in pensione con almeno 62 anni e 38 di contributi, fino al raggiungimento dell'età richiesta per la pensione di vecchiaia, di lavorare e cumulare altri redditi. Inoltre, c'è anche un altro lato negativo, chi andrà in pensione come "quotista" percepirà una pensione pari a quanto maturato, perdendo i vantaggi dei maggiori contributi versati se fosse andato in pensione al raggiungimento dell'età per il pensionamento di vecchia.
Una situazione questa da tenere in considerazione, per verificare se andare in pensione con quota 100 non sia una perdita eccessiva e/o convenga trattenersi fino all'età necessaria per la pensione con il requisito anagrafico.