Le ultime notizie sulle Pensioni, ad oggi sabato 26 gennaio 2019, riguardano il decretone pensioni-reddito di cittadinanza trasmesso ieri sera al Quirinale per la controfirma del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il decreto, probabilmente, verrà pubblicato lunedì sulla Gazzetta Ufficiale. Le valutazioni fatte dal governo al fine di stimare l’impatto di Quota 100 sulla spesa pubblica parlano di una propensione al pensionamento pari al 40% per quanto concerne i lavoratori del settore privato e al 45% per i dipendenti della Pubblica Amministrazione.

Pensioni, i numeri per Quota 100, Opzione Donna, Ape Sociale e precoci

Come riportato dall'edizione odierna del quotidiano economico 'Il Sole 24 ore', la relazione tecnica del governo parla di oltre 2 milioni e mezzo di nuovi pensionamenti anticipati nei prossimi dieci anni (dal 2019 al 2028), di cui la stragrande maggioranza (2,3 milioni) tramite Quota 100 e con il requisito esclusivamente 'contributivo' dei 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Il requisito resterà invariato, senza adeguamenti alla speranza di vita, sino al 2026.

Il presidente dell'Inps, Tito Boeri, ha sottolineato come Quota 100 costerà 32 miliardi in più di debito implicito, se limitata ai tre anni come previsto dal governo Conte.

Nel decennio, sono attesi quasi 83mila pensionamenti con Opzione donna, 42mila, invece, sono quelli che riguardano la proroga dell’Ape sociale (con effetti solamente fino al 2023). Inoltre, le uscite dei lavoratori precoci, per effetto della sospensione dell'aumento dell'età pensionabile legato alla speranza di vita, saranno più di 74mila.

Quota 100, calcolo dell'importo della pensione

Uno dei quesiti che i lavoratori si stanno ponendo riguarda, naturalmente, la metodologia di calcolo della pensione con Quota 100. C'è subito da precisare che tale calcolo non si differenzia da quello impiegato per la pensione anticipata. Ne deriva che le casistiche a cui possono andare incontro i lavoratori sono principalmente tre.

La prima riguarda l'anzianità contributiva del lavoratore di almeno 18 anni sino a fine 1995: tenendo in considerazione questo caso, il richiedente Quota 100 conserverà il diritto al calcolo con il sistema retributivo fino al 2011. Dal 1° gennaio 2012, naturalmente, scatta il calcolo contributivo. Il secondo caso, invece, riguarda il lavoratore in possesso di meno di diciotto anni di contributi a fine '95: il calcolo dell'importo pensionistico, in questa seconda casistica, viene effettuato utilizzando il sistema misto. Ciò significa che le annualità dal 1996 in avanti verranno calcolate con il metodo contributivo. La pensione, invece, sarà calcolata interamente con il sistema contributivo nel caso in cui il lavoratore non abbia versato alcun contributo prima del 31 dicembre 1995.

In base a quanto spiegato e ai requisiti necessari per accedere a Quota 100 (62 anni di età anagrafica e 38 di contributi), è logico che la maggioranza dei possibili 'quotisti' si vedrà calcolato l'importo della propria pensione secondo il calcolo misto.