Rimandato nuovamente il decreto relativo alle Pensioni e al reddito di cittadinanza. Il premier Conte aveva detto nei giorni scorsi a ‘Porta a Porta’ che si stava lavorando ad un solo decreto per entrambi i provvedimenti e che lo stesso sarebbe stato approvato nella serata di giovedì dal Consiglio dei Ministri, peccato che così non sia stato e nell’ordine del giorno pubblicato sul sito del governo non vi fosse alcuna menzione al decreto. Si apprende che l’approvazione del decreto legge è in realtà rimandata addirittura alla prossima settimana. Non stupisce lo sgomento sui social per questo ulteriore rinvio.
Pensioni 2019, slitta il decreto
I lavoratori che quotidianamente si confrontano sui social sono ormai esausti da questi continui rinvii e iniziano a temere che per quanto concerne il pacchetto pensioni alla fine ben poco sarà mantenuto rispetto alle promesse elettorali. Le ragioni del ritardo sarebbero da imputare alle difficoltà tecniche nella scrittura del provvedimento e alle nuove diatribe interne tra Movimento 5 Stelle e Lega. Siamo ormai al terzo rinvio: inizialmente si era promesso che i due provvedimenti cardine, ovvero reddito di cittadinanza e pensioni, sarebbero stati introdotti con la legge di bilancio 2019. In seguito il vicepresidente del consiglio Di Maio disse che sarebbero stati approvati entro Natale, ma ora tutto sembrerebbe slittare alla prossima settimana.
I cittadini si chiedono quanto dovranno ancora attendere per comprendere quali saranno le loro sorti previdenziali. In ansia le donne, giacché sta circolando da ieri l’ennesima bozza modificata del decreto, e quanti attendono conferme sulla retroattività e stop dell’aspettativa di vita dal 2019. Restano in attesa del decreto anche quanti vorrebbero optare per la pensione anticipata con quota 100, perché alcune specifiche paiono ancora poco chiare.
Vi sarà o meno, si chiedono in molti, un limite agli anni contributivi figurativi per arrivare al montante 100?
Riforma pensioni anticipate 2019, crescono i dubbi e l’ansia
I cittadini sono basiti e si chiedono per quanto questo ‘tira e molla’ con la loro pazienza possa ancora procedere da parte del Governo. I continui rinvii non fanno altro che alimentare perplessità e timori: cosa cambierà ancora nella bozza definitiva?
Vi saranno paletti più stringenti? Le donne ad esempio sono esauste, in queste ore sta circolando l’ennesima bozza del decreto sulla proroga che questa volta taglierebbe fuori le nate dopo il 31 maggio 1960. Nessuna, visto l’altalenarsi delle notizie, riesce più a comprendere entro quanto potrà accedere alla pensione: si chiede rispetto e chiarezza. Ansia e preoccupazione anche per quanti attendono di leggere il decreto concernente la proroga dell’ape sociale e lo stop dell’adv. Questi due provvedimenti, è ormai evidente, dovranno contenere la retroattività al fine di non creare nessun vuoto normativo visto che siamo ormai all’11 gennaio e per l’Inps, senza norma scritta, resta valevole l’incremento dal 1° gennaio 2019 dei requisiti pensionistici di 5 mesi determinati dall’aumento dell’ aspettativa di vita e lo stop dell’ape sociale scaduta il 31/12/2018.
Gli esponenti del Governo hanno però assicurato che lo stop dell’adv riguarderà le pensioni anticipate e precoci ma che vigeranno le finestre trimestrali, ragione per cui lo sconto effettivo non sarà di 5 mesi ma di solo 2, mentre per le pensioni di vecchiaia occorreranno 67 anni. L’ape sociale dovrebbe essere, stando all’ultima bozza del decreto, prorogata per 1 anno, ed è di oggi la richiesta di Damiano di apportare una modifica affinché possano rientrarci anche quanti non hanno usufruito degli ammortizzatori sociali. Non resta che attendere il decreto per comprendere davvero quali saranno i ‘beneficiari' delle norme previdenziali per il 2019.