Nelle pieghe del decretone arriva un'importante apertura per i lavoratori in età avanzata che si trovano a doversi confrontare con situazioni di esubero e con il disagio lavorativo in età avanzata. Il nuovo DL consente infatti un'ulteriore opzione di prepensionamento in grado di garantire l'accesso all'Inps con tre ulteriori anni di sconto. Il tutto purché vi sia un accordo con il proprio datore di lavoro e con i sindacati, in grado di estendere il meccanismo di tutela oltre i vincoli ordinari.

Pensioni anticipate e Quota 100: le regole di base del nuovo meccanismo di uscita

Partiamo dalle regole di base della nuova quota 100, in vigore a partire da quest'anno e fino al 2022 (con una sperimentazione triennale). Il provvedimento è infatti accessibile a partire dai 62 anni di età e con almeno 38 anni di contribuzione. Bisogna però tenere conto del fatto che il secondo parametro resterà fisso, pertanto si mantengono i 38 anni di versamenti anche a 63, 64 o 65 anni (e così via). In questo modo, si profila una quota 100 che sale progressivamente a 101, 102 e ancora fino ai 67 anni di età (soglia a partire dalla quale scatta la pensione ordinaria, detta anche di vecchiaia). All'assegno si lega poi anche il divieto di cumulo con altri redditi da lavoro, eccetto per attività occasionali non superiori alle 5mila euro l'anno.

Come ottenere il prepensionamento a partire dai 59 anni

Per quanto concerne invece la quota 100 dai 59 anni di età si tratta di un meccanismo che si rende possibile ricorrendo ai fondi bilaterali di solidarietà. In questo senso, il passaggio obbligato consiste nel fatto che le aziende dovranno sottoscrivere un accordo con i sindacati a livello aziendale per poter dare vita all'iniziativa.

In questo modo, i lavoratori potrebbero essere accompagnati all'Inps con tre ulteriori anni di anticipo, pertanto i requisiti scenderebbero ai già citati 59 anni di età ed a 35 anni di contribuzione. I fondi riconosceranno ai lavoratori un assegno mensile assieme al versamento dei contributi previdenziali. Oltre a ciò, le stesse aziende dovranno garantire anche il riavvio del turn over ed il ricambio generazionale attraverso l'assunzione di giovani.

Il vantaggio per le aziende consisterà nel poter procedere ad uno svecchiamento della forza lavoro, stante che gli oneri sostenuti saranno deducibili da parte dell'azienda. Infine, per quei lavoratori che dovessero faticare a raggiungere i requisiti previsti dalla legge, è prevista la possibilità del riscatto agevolato della laurea fino ad un massimo di cinque anni, purché il primo versamento sia avvenuto a partire dal primo gennaio del 1996.