Il reddito di cittadinanza sta per entrare nel nostro ordinamento. Ormai definita la dotazione per la misura in manovra finanziaria, cioè 7,1 miliardi per il primo anno di applicazione della misura si può già ipotizzare il meccanismo con il quale il governo metterà in atto l’operazione. Secondo un articolo del quotidiano Il Sole 24 Ore, nella sua versione digitale sul web, adesso si deve trovare una quadratura tra Stato e Regioni per permettere innanzitutto di aggiungere i promessi nuovi operatori dei centri per l’impiego. Si tratta del famoso potenziamento degli uffici di collocamento che passeranno dagli 8mila addetti di oggi, a 12mila.

Personale in più che svolgerà il ruolo di tutor dei soggetti che riceveranno il reddito di cittadinanza. Il varo della misura secondo fonti vicine al dossier manovra del governo dovrebbe arrivare subito dopo il 6 gennaio. Un'operazione che riguarda, sempre secondo le stime dell’esecutivo, una platea potenziale di circa 5 milioni di soggetti.

Le domande per il sussidio

Se i tempi tecnici di cui si parla da giorni saranno rispettati, le istanze per il reddito di cittadinanza partiranno dal prossimo primo marzo. La domanda dovrebbe essere presentata tramite il canale Poste Italiane e per via digitale. Le domande devono essere inviate all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale che dovrà accettare o rifiutare le istanze dopo aver valutato il possesso o meno dei requisiti utili dei richiedenti.

Cosa fare a domanda accettata

Se la domanda sarà positiva, cioè accettata dall’Inps, il richiedente dovrà andare al centro per l’impiego o presso agenzie accreditate da parte dello Stato, a firmare il patto di servizio. Si tratta della dichiarazione di disponibilità a cercare lavoro, a partecipare a corsi di formazione e di riqualificazione che i tutor avvieranno per ogni singolo beneficiario e ad accettare eventuali proposte di lavoro congrue che sempre gli uffici di collocamento potrebbero offrire loro.

Inoltre, entro 30 giorni dall’accettazione della domanda, presso Poste Italiane il soggetto interessato potrà andare a ritirare una specie di social card dove verranno accreditati i mensili del sussidio.

Obblighi del beneficiario

Il disoccupato dovrà sottoscrivere il patto di lavoro e nel caso il disagio non sia solo lavorativo, anche il patto di inclusione sociale.

Infatti la misura si prefigge il duplice obbiettivo di agevolare soggetti in difficoltà a trovare lavoro e aiutare persone escluse socialmente a rientrare nel tessuto sociale. In quest’ultimo caso entreranno in azione anche i servizi sociali comunali ed il beneficiario del sussidio dovrà impegnarsi nel mandare il figlio a scuola, non assumere alcolici o droghe e tutte le altre potenziali cause dell’esclusione sociale di cui è vittima. Per presentare domanda i limiti dell’Isee sono rimasti quelli di cui si parla da tempo, cioè entro la soglia 9.360 euro. Oltre ai patti da sottoscrivere, i beneficiari dovranno effettuare almeno 8 ore di lavori socialmente utili a settimana, comandati dal proprio sindaco.

Le cifre e la durata

Il reddito di cittadinanza durerà 18 mesi e non è escluso che quanto percepito dal beneficiario possa essere girato alle aziende che eventualmente lo assumeranno, come sgravi fiscali del costo del lavoro per la assunzione. Dopo 18 mesi in assenza di miglioramenti da parte del soggetto ed in assenza di posti di lavoro, la misura potrebbe essere prorogata dii un altro anno e mezzo. La misura si rivolge anche a stranieri residenti in Italia da almeno 5 anni. Oltre all’Isee bisognerà non avere immobili al di là della prima casa per un capitale totale superiore a 30mila euro. Per i soldi in banca invece, tetto massimo fissato a 6.000 euro per i single e 10.000 euro per le coppie.

L’importo mensile del sussidio resta da 780 euro per chi ha reddito zero. Per chi ha casa di proprietà, anche quella dove risiede lui e la sua famiglia, il sussidio scende a 500 euro. Il benefit potrebbe salire in base al numero dei componenti la famiglia del richiedente. Un incremento che potrebbe essere pari a 312 euro per il coniuge a carico e 156 per ogni figlio a carico.