Una delle missioni che, sin dal suo avvento in politica, il Movimento Cinque Stelle si è assegnato è stato quello di abolire tutti quei privilegi che, stando all'opinione grillina, appartengono ad alcune caste. Un gruppo a cui appartengono i sindacalisti, finiti spesso sotto la lente d'ingrandimento per pensioni raggiunte con minori difficoltà ed assegni particolarmente "pesanti" e per stipendi "elevati", sopratutto nei quadri dirigenziali. Sollecitato sulla questione da Lilli Gruber, nel corso di Otto e Mezzo, Maurizio Landini ha avuto modo di evidenziare come, da segretario della Cgil appena eletto, non si senta facente parte di un gruppo di privilegiati.

Landini spiega il ruolo del sindacato

Il primo distinguo che Landini intende fare riguarda le fonti di sostentamento dei sindacati, sottolineando come la Cgil e le altre sigle non si reggano sulle tasse dei contribuenti. "Noi - evidenzia - siamo pagati dagli iscritti. Il mio stipendio non lo pago pubblici e con le tasse. Lo pago con i soldi delle persone che, ogni mese, accettano di versare il loro 1% in un fondo". Il tono particolarmente aspro nei confronti del vice premier si avverte quando Landini sottolinea come il capo politico del M5S dica "schiocchezze". Il segretario della Cgil passa poi al contrattacco sottolineando come se c'è qualcuno che viene pagato dai cittadini sta altrove e non nei sindacati: "Chi è in Parlamento viene pagato con i soldi e le tasse di tutti, anche con i miei.

Io non sono pagato con i soldi di Di Maio". "I soldi pubblici - evidenzia - attraverso i Caf e i patronati li abbiamo perché facciamo dei servizi".

Landini parla di pensioni e privilegi

"Bisognerebbe - tuona Landini - che la smettessero di pensare chissà che cosa. I nostri bilanci sono pubblici, la busta paga com'è noto l'ho pubblicata sui siti quando ero in Fiom e non ho nessun problema a rendere noto dove e quanto prendo".

Interpellato da Lilli Gruber rivela senza troppi problemi che la sua prima retribuzione dea segretario della Cgil dovrebbe essere, da regolamento, pari a 3700 euro. "E' - rivela il sindacalista - lo stipendio più in alto in assoluto che ho preso in tanti anni di lavoro". Il cuore della vicenda resta, però, quello relativo al sistema pensionistico che molto spesso avrebbe regalato condizioni vantaggiose a quei dirigenti del sindacato andati in pensione.

Landini ha avuto modo di evidenziare come se qualcuno è a conoscenza di irregolarità sarebbe opportuno che denunciasse la cosa, mettendosi a disposizione per collaborare a risolvere situazioni che non fossero consone ai regolamenti attuali.