Pensioni d'oro e presunti privilegi di chi occupa i quadri più alti dei sindacati finiscono spesso nell'occhio del ciclone, in un periodo storico in cui si prova a combattere alcuni retaggi provenienti da politiche del passato. E' stato anche su argomenti di questo tipo che il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini ha inteso esprimersi, intervenendo al convegno "L’Inps al servizio del Paese: quale futuro?". L'occasione per il dirigente è stata proficua per raccontare il suo punto di vista, non nascondendo una certa insofferenza rispetto a certe opinioni che si creano nell'immaginario collettivo.
Landini manifesta insofferenza
Landini è molto chiaro rispetto al fatto che la Cgil non sarebbe certo impaurita da una totale trasparenza rispetto agli argomenti in oggetto, ma anzi avrebbe come massima aspirazione quella di riuscire ad avere una trasparenza pressoché totale. Dopo la premessa, il segretario generale non ha fatto mistero di come i dibattiti relativi alle presunte pensioni d'oro dei sindacalisti lo infastidiscano. "Io - ha ammesso - sinceramente mi sono un po' rotto le scatole". Un sentimento che nasce da illazioni che verrebbero diffuse, mettendo da parte un principio che lo stesso segretario generale intende sottolineare: "Le nostre regole sono uguali a tutte quelle degli altri.
Se c'è stato qualcuno che ha fatto delle cose non precise si intervenga. Le cose sono molto trasparenti, sia in termini di stipendi che di risorse".
L'esempio del benzinaio
Landini, ad un certo punto, cita l'aneddoto del benzinaio. La sua elezione a segretario generale della Cgil, infatti, l'ha portato ad avere un privilegio, ossia quello di potersi muovere beneficiando di un autista.
Trovandosi a dover fare rifornimento, pare che un impiegato al distributore di carburante non abbia avuto remore nel sottolineargli come, secondo lui, girasse con i soldi degli italiani. La risposta data e narrata da Landini è stata piuttosto piccata. Il segretario generale, infatti, ha evidenziato come solo chi è iscritto alla Cgil e versa un contributo volontario al sindacato avrebbe potuto, eventualmente, rivendicare il fatto che i privilegi fossero pagati da loro.
A quel punto Landini ha sottolineato al suo interlocutore un dato. "Le tue tasse e le mie tasse servono a pagare quelli che in Parlamento dovrebbero fare i nostri interessi e molte volte non lo fanno".