Se per quota 100 il lavoro in Senato non ha prodotto sostanziali interventi correttivi su quanto predisposto con il cosiddetto “decretone”, rimandando tutto al passaggio dell’atto alla camera, per il reddito di cittadinanza la situazione è opposta. Numerosi sono i correttivi che sono sopraggiunti dopo l’approvazione di alcuni emendamenti presentati a Palazzo Madama. Dalla stretta sugli extracomunitari, all’importo minimo di stipendio per considerare una proposta lavorativa congrua, la misura uscirà dal Senato abbastanza modificata. Un riassunto sintetico di ciò che è cambiato lo ha prodotto ieri il quotidiano “Italia Oggi” e noi vediamo di chiarire meglio alcuni dettagli di ciò che bisogna sapere sulla misura di contrasto alla povertà.

Controlli e regole severe

Il primo importante correttivo riguarda l’ok alla condivisione delle banche dati tra Inps ed Ispettorato del lavoro che consentirà l’intreccio ed il controllo di tutti i dati sia dei soggetti beneficiari del reddito di cittadinanza che delle aziende e datori di lavoro in genere. In pratica, l’Ispettorato del lavoro avrà a disposizione il fascicolo aziendale completo, con tanto di retribuzioni, contribuzioni, importi degli ammortizzatori sociali, delle malattie, maternità, infortuni, assegni familiari e contratti di solidarietà. Il tutto per consentire l’operazione di controllo e verifica del programma reddito di cittadinanza. La lotta ai furbetti del sussidio è già partita, con numerosi servizi ed articoli dei media che sottolineano le probabili azioni non lecite che molti cittadini potrebbero avviare per rientrare nella misura.

L’emendamento del M5S, come sottolineato dal suo primo firmatario, il senatore Romano, consentirà un più efficace svolgimento delle attività accertative e di controllo per il godimento del sussidio da parte dei beneficiari. Infatti viene prevista la concessione anche alla Guardia di Finanza di accedere al Sistema Informativo del Reddito di Cittadinanza in modo tale da dotare i finanzieri di tutti gli strumenti utili alla verifica dei requisiti per stanare i cosiddetti “furbetti”.

Tessere magnetiche e stranieri

I correttivi riguardano un po’ tutta la misura, dall’erogazione ai controlli, dal come spendere i soldi alle proposte di lavoro che i Centri per l’Impiego offriranno ai beneficiari. I soldi, come è noto, verranno caricati su una specie di carta di credito ed i movimenti che effettueranno i percettori del reddito di cittadinanza, per quanto riguarda quelli che non riporteranno i dati identificativi del beneficiario (quindi non le spese in farmacia che prevedono il contestuale utilizzo della tessera sanitaria), potranno essere utilizzati anche per fini statistici.

Per gli stranieri extracomunitari viene confermato il correttivo che li obbligherà, se vogliono rientrare nel programma, a munirsi di una certificazione contenente la reale consistenza del proprio patrimonio, del proprio reddito e della composizione del nucleo familiare anche nei paesi di origine. Necessario pertanto chiedere la certificazione con tanto di vidimazione al Consolato di appartenenza.

Le proposte di lavoro

Una volta che il soggetto richiedente diventerà beneficiario del reddito di cittadinanza, gli uffici di collocamento produrranno le famose Offerte di lavoro di cui tanto si parla e che tanto fanno discutere. Il principio della congruità di queste offerte viene modificato per grandi linea dal lavoro del Senato.

Per essere considerata congrua e quindi idonea ad essere accettata la proposta di lavoro deve prevedere uno stipendio almeno superiore del 10% rispetto all’indennizzo erogato dal RDC. In pratica, la proposta di lavoro da accettare deve prevedere un salario mensile di almeno 858 euro. Sempre riguardo alla congruità dell’offerta, la distanza dal luogo di residenza resta fattore determinante, però adesso cambia in base a determinate condizioni del beneficiario del sussidio. Per chi ha disabili in famiglia, la proposta di lavoro sarà sempre entro i 100 km dal luogo di sua residenza. Per nuclei familiari composti anche da figli sotto i 18 anni di età, la distanza da casa sarà per i primi due anni di massimo 250 km.

Viene confermato l’obbligo, per chi entrerà nel programma, di rilasciare entro 30 giorni la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, presentandosi agli sportelli dei Centri per l’Impiego o al patronato. Importante anche un emendamento che ha aperto anche ai contratti di apprendistato, l’incentivo che verrà erogato alle aziende che assumeranno alle loro dipendenze soggetti provenienti dal reddito di cittadinanza.