Sta per terminare il lungo iter parlamentare del decreto sulle Pensioni e sul reddito di cittadinanza. Le commissioni parlamentari hanno terminato il loro compito e il cosiddetto decretone adesso passa all’aula della Camera per proseguire l’iter di conversione in legge. L’approvazione secondo fonti vicine al dossier dovrebbe avvenire entro il 21 marzo prossimo. Dopo il via libera di Montecitorio l’atto tornerà al Senato per la chiusura della conversione. Appare probabile che sia alla Camera che al Senato il decreto arriverà bloccato, cioè senza possibilità di nuove correzioni e le votazioni saranno impostate dal governo con la richiesta di fiducia.

Il testo quindi oggi appare definitivo, con gli ultimi aggiustamenti provenienti dalle commissioni che però sono molto importanti.

Cosa cambia per il reddito di cittadinanza

La misura che più di ogni altra è stata parecchio modificata sia in prima che in seconda lettura, cioè sia al Senato che alla Camera, è senza dubbio il reddito di cittadinanza. Le commissioni di Montecitorio hanno prodotto nuovi correttivi figli di emendamenti che sono stati approvati. Modifiche che riguardano le norme di contrasto ai furbetti, i disabili ed anche i navigator, la figura che aiuterà i beneficiari del sussidio nella ricerca del lavoro. Partendo dai disabili, vengono inserite norme favorevoli per le famiglie richiedenti reddito o pensione di cittadinanza al cui interno ci sono problemi di invalidità.

La pensione di cittadinanza, che si può richiedere a partire dai 67 anni di età, nel caso in cui ci siano disabili in famiglia può essere percepita anche dagli under 67.

Sempre sulle disabilità, per le famiglie con queste problematiche il reddito di cittadinanza prevede 50 euro in più al mese di sussidio e paletti o vincoli relativi alla scala di equivalenza ed al patrimonio mobiliare meno rigidi.

Per quanto riguarda la lotta ed il contrasto ai cosiddetti furbetti spunta un vincolo per i presunti genitori single. Infatti viene stabilito che per richiedere il reddito di cittadinanza sia necessario produrre l’Isee di entrambi i genitori, anche se non sposati e nemmeno conviventi. Inoltre, niente benefit per i possessori di immobili situati in territorio estero.

Una correzione arriva anche per coloro che richiedono il sussidio ma hanno redditi da lavoro naturalmente inferiori alla soglia minima di 780 euro. A questi, oltre all’integrazione del reddito da lavoro in loro possesso, si aprono le porte ai programmi di ricerca del lavoro. Infatti anche questi soggetti dovranno firmare il patto di lavoro, nel caso specifico per trovarne uno migliorativo rispetto all’attuale.

Pensioni

Per il capito pensioni del decreto sono arrivate correzioni riguardanti il riscatto della laurea ed il trattamento di fine servizio per gli statali. Stop al limite dei 45 anni di età utile al riscatto dei periodi dedicati al percorso di laurea. Adesso riscattare il periodo di laurea per rendere utili gli anni di studio per il requisito contributivo di accesso alle pensioni è valido per tutti.

Resta però vivo il limite dell’anzianità contributiva che non deve essere antecedente il 1996 affinché tutta la pensione calcolata anche con l’utilizzo del periodo di laurea sia con il metodo contributivo. Per quota 41 viene eliminato il fardello dei 3 mesi di aspettativa di vita e pertanto anche nell’anno corrente la pensione si centra con 41 anni di contributi, dei quali uno prima dei 19 anni di età e se alle prese con una delle 15 mansioni gravose previste.

Per i lavoratori statali che scelgono la via di quota 100 (ma vale anche per qualsiasi altra misura pensionistica), il tetto massimo di Tfs richiedibile immediatamente passa da 40.000 a 45.000 euro. Infine per la pensione di cittadinanza confermato il via libera al pagamento in contanti.

Infatti a differenza del reddito di cittadinanza che verrà erogato sulla card, la pensione di cittadinanza sarà incassabile come le altre pensioni, con accredito sul libretto o sul conto o direttamente allo sportello. Un passaggio importante che di fatto elude i limiti di spesa e le modalità di spesa con i soldi del benefit.