Le ultime novità, per quanto riguarda il super atteso concorso per docenti, riguardano i docenti precari che hanno svolto servizio per più di 3 anni nella Scuola pubblica. Il ministro dell'istruzione si è dunque concentrato su una categoria che secondo alcuni sindacati verrebbe presa poco in considerazione rispetto al grande lavoro svolto negli anni nella scuola.

Le dichiarazioni del ministro

Il ministro ha affermato che il reclutamento e l'immissione a ruolo di docente può avvenire solo per concorso, come del resto è scritto nella costituzione italiana.

Quindi non saranno previsti come succedeva in passato concorsi destinati solo a questa categoria di lavoratori, il tutto anche per effetto dalle legge di bilancio che ha modificato il D.lgs. 59/2017. Il ministro ha sottolineato come l'unico canale di reclutamento debba essere il concorso: questi dovranno ovviamente essere indetti periodicamente secondo l'effettive esigenze delle varie scuole e dei territori. Altra novità: i vincitori del concorso dovranno restare nella scuola in cui sono stati assunti per 5 anni, uno rappresenta quello di prova, più altri quattro e quindi questo comporterà che non non sarà possibile chiedere il trasferimento.

Valutazione maggiore per i titoli di servizio

Per i docenti precari, le novità non si fermano a quelle sopra citate, infatti è stato approvato un emendamento contenuto nel decreto quota 100, che prevede una super valutazione per i titoli di servizio.

E' stato previsto questo emendamento perché secondo molti economisti ed esperti del settore, con il provvedimento quota 100 voluto fortemente dalla lega, molti docenti decideranno di andare in pensione (alcuni addirittura parlano di quasi 50 mila docenti che potrebbero decidere di aderire alla riforma). Decisiva dunque la volontà di porre una toppa a questa emorragia di pensionamenti nel settore scuola, non solo con il concorso, ma anche valorizzando la figura di docenti precari, che hanno svolto questo incarico nella scuola pubblica italiana.

Nella categoria dei titoli, questi docenti avranno dunque un punteggio complessivo del 40%, di cui il 50% sarà composto dal punteggio riservato al servizio svolto nelle scuole. Tutto ciò consentirà loro di partire da un punteggio maggiore nelle graduatorie di merito. Misura che dovrebbe, secondo il governo, valorizzare chi ha già insegnato nel corso della propria carriera.