Fa sempre più discutere la quota 100, la nuova misura previdenziale varata dal governo Conte. Stavolta la discussione verte sulla liquidazione degli assegni pensionistici per coloro che hanno già presentato domanda e che dovrebbero presto andare alla cassa. Infatti la decorrenza delle prime uscite con il nuovo canale di uscita è fissata per l’ormai prossimo primo aprile. Galeazzo Bignami, parlamentare di Forza Italia però mette in risalto una problematica tecnica della misura passata in secondo piano. Secondo Bignami, che al riguardo ha presentato anche una interrogazione parlamentare, potrebbe succedere che molti di quelli che hanno presentato istanza di quota 100 e che la riceveranno dal 1° aprile potrebbero poi, doverla restituire.

L’Inps dà il via libera ai pagamenti, ma in via straordinaria

La notizia è riportata dal quotidiano “Il Giornale” e riguarda un messaggio interno all’Istituto di Previdenza Sociale Italiano. Il direttore generale dell’Istituto, Gabriella Di Michele, ha provveduto ad inviare alle direzioni regionali, a quelle di coordinamento metropolitano ed a tutte le strutture territoriali dislocate nello stivale, il messaggio “Hermes 1008”. Con questa comunicazione, si provvede a dare di fatto il via libera alle liquidazioni delle Pensioni con quota 100, da prossimo 1° aprile. Il diktat impone ai dipendenti di provvedere ai pagamenti in via straordinaria e provvisoria, anche se negli archivi Unilav non è presente la dichiarazione di avvenuta cessazione dell’attività lavorativa dei richiedenti la pensione.

La cessazione di qualsiasi attività di lavoro infatti è uno dei tasselli fondamentali per poter rientrare in quota 100. Adesso l’Inps sembra pronta a pagare le pensioni ai quotisti, basandosi su quanto auto-dichiarato dagli stessi in sede di presentazione della domanda. Infatti, nel formulario Inps per la presentazione delle istanze bisogna segnalare la data in cui si cesserà l’attività lavorativa e per coloro che accederebbero alla quota 100 dal 1° aprile, la cessazione dichiarata è entro il 31 marzo 2019.

La liquidazione degli assegni, che andrebbe fatta solo se sul sito del Ministero del Lavoro è presente la cessazione, potrebbe causare il problema di dover restituire i soldi per coloro che hanno presentato istanza solo in via cautelativa.

Il rischio c’è ed è importante

Pensioni prima erogate e poi ritirate e soldi prima presi e poi da restituire, questo lo scenario ipotizzato da Bignami.

Secondo il Parlamentare le pensioni potrebbero venire erogate in maniera non consona alla normativa vigente causando l’effetto di costringere l’Inps ad avviare le azioni di richiesta restituzione a molti richiedenti. Si sottolinea l’anomalia di una liquidazione che si basa su una dichiarazione dei richiedenti che non è in nessun caso vincolante. In pratica si può dichiarare di lasciare il lavoro alla fine di marzo senza dare prosieguo all’iniziativa con l’Inps che comunque eroga la pensione che a quel punto sarebbe non spettante. Un situazione che per Bignami è paradossale, soprattutto perché il decreto di quota 100 non è ancora stato convertito in legge.