Continuano i dibattiti su Quota 100 dopo l'approvazione da parte di Palazzo Madama del maxi decreto unico. Difatti, l'Ocse, l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ha nuovamente bocciato la misura per via di una prospettiva di crescita lenta per l'economia del Paese.

L'Ocse boccia Quota 100

Tuttavia, il ministro dell'Interno Matteo Salvini non sembrerebbe propenso a compiere passi indietro e intende proseguire il suo programma di riforme al fine di arrivare alla Quota 41 per tutti. Come ormai tanti sanno, infatti, il famigerato meccanismo della Quota 100 resta solo in via sperimentale per il triennio 2019-2020-2021 con un costo pari a 4,5 miliardi di euro messi a Bilancio.

Per l'Ocse, invece, le due misure considerate i pilastri fondamentali della nuova Legge di Stabilità entrata in vigore lo scorso gennaio, non favoriscono la crescita dell'economia italiana. "Oggi l'economia italiana è ufficialmente in stallo", ha ribadito il segretario generale dell'agenzia parigina Angel Gurrìa aggiungendo che, abrogando la riforma delle Pensioni gettonata dal Governo Conte consentirebbe il reperimento di circa 40 miliardi di euro di risorse finanziarie.

Tridico difende l'uscita anticipata a 62 anni

Secondo quanto riporta il quotidiano "La Stampa" che riporta le stime di crescita dell'Ocse, il Pil crescerà solo dello 0,2% per il 2019 mentre salirà allo 0,5% per il 2020 con il deficit che arriva al 2,5% contro il 2,04% concordato con la Commissione Europea.

Anche il neo-commissario dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale Pasquale Tridico difende il sistema delle quote: "Credo che quota 100 sia uno scivolo temporaneo che dura solo tre anni assolutamente sostenibile", ha detto l'economista.

Lo stesso Tridico, infatti, rammenta che nelle precedenti riforme delle pensioni, molti lavoratori per lo più anziani, erano rimasti intrappolati in regole troppo rigide e, pertanto, l'uscita anticipata a partire dai 62 anni di età anagrafica unitamente ai 38 anni di versamenti contributivi potrebbe rivelarsi un'ottima decisione per rendere più flessibile l'uscita dall'attività lavorativa.

Tuttavia, per l'organizzazione parigina, il sistema di uscite anticipate crea problemi alle aziende che saranno costrette ad anticipare la liquidazione. Quanto al cosiddetto reddito di cittadinanza voluto dal Movimento 5 Stelle, invece, per l'Ocse non crea nessun incentivo all'occupazione giovanile.