La Quota 100 è stata approvata in via definitiva da pochi giorni ed è già al centro di numerosi dibattiti sia per gli ingenti costi che lo Stato dovrà comportare per tutti i tre anni della sperimentazione sia per una prospettiva di crescita lenta ipotizzata dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico.
Superate le 109 mila domande per Quota 100
Nei giorni scorsi, infatti, l'Ocse avrebbe diramato un report riportando alcuni dati in merito alla crescita pari al -0,2% per il primo anno di applicazione della Quota 100 e dello 0,5% negli anni a venire; una crescita non del tutto soddisfacente viste le previsioni dell'esecutivo che mirano al pensionamento di circa 314 mila italiani e allo sblocco del ricambio generazionale al fine di dare un maggior spazio ai giovani.
Tuttavia, stando a quanto riporta il quotidiano "Il Messaggero", le domande registrate sul sistema dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale hanno superato le 109 mila unità: circa 38.798 sono le richieste presentate dai dipendenti del settore privato mentre altre 37.333 sono state presentate dagli appartenenti al pubblico impiego. Circa 50.330 sono le richieste presentate dai lavoratori con una fascia compresa fra i 63 e i 65 anni mentre si registra una netta prevalenza di uomini con oltre 80 mila richieste di pensionamento presentate sulle donne le cui domande ammonterebbero a circa 29.116.
Donne 'penalizzate' da Quota 100
Stando a quanto riporta il quotidiano economico "Il Sole 24 Ore", i dati diffusi dall'Inps dimostrano che le lavoratrici di sesso femminili sarebbero in netta minoranza.
Tuttavia, appare abbastanza chiaro che questa categoria è rimasta ancora una volta penalizzata dalla Quota 100 visto che, con il nuovo sistema di pensionamento viene richiesta la maturazione di almeno 62 anni di età anagrafica unitamente ai 38 anni di versamenti contributivi; requisiti che sarebbero abbastanza difficili da raggiungere per le donne viste le loro carriere contributive spesso discontinue.
Sempre stando a quanto riporta "Il Sole 24 Ore", infatti, solo il 10,7% delle domande presentate provengono dal genere femminile; ciò dimostra un divario di genere abbastanza notevole.
Da non trascurare, la possibilità per le donne di ricorrere al regime sperimentale donna che, invece, richiede 57 anni di età anagrafica accompagnati dai 35 anni contribuzione effettiva: il Governo Conte, infatti, ha introdotto la proroga della sperimentazione fino al 31 dicembre 2019.