Uscita anticipata a partire dai 66 anni di età anagrafica unitamente ai 42 anni di anzianità contributiva: è questa la proposta lanciata dalla Cgil a tutela delle giovani generazioni, che vedono nero il loro futuro previdenziale. Stando alla nuova richiesta da parte del sindacato, si prevede anche un trattamento pensionistico non inferiore ai 1000 euro mensili.

Nuova proposta dalla Cgil

Secondo quanto riferisce Tiscali News, infatti, la Cgil si sarebbe concentrata non solo sui lavoratori ormai prossimi al pensionamento, ma anche su tutti quei lavoratori che rischiano di lasciare la propria attività lavorativa dopo il compimento dei 73 anni anagrafica.

Lo scopo principale della proposta infatti consiste nel tutelare questa categoria di lavoratori fra i 30 e i 40 anni, che spesso si ritrovano con condizioni contrattuali di mercato precarie.

Per questo motivo, il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli avrebbe invitato nuovamente il Governo ad avviare un tavolo di confronto al fine di discutere i temi fondamentali che dovrebbero portare al superamento della Riforma Fornero, mettendo in primo piano il futuro dei giovani. Per il sindacato infatti, molti lavoratori che sono prossimi al pensionamento, rischiano di lasciare il lavoro in condizioni tutt'altro che ottimali. Difatti, secondo le attuali regole in materia previdenziale, occorrono almeno 69 anni di età anagrafica e un minimo di 20 anni di versamenti contributivi per riuscire ad accaparrarsi il pensionamento di vecchiaia e, in questo caso, l'assegno corrisponde mediamente a 687 euro mensili.

Landini: 'Rivedere l'adeguamento della speranza di vita'

Per questo motivo il segretario generale della Cgil Maurizio Landini avrebbe proposto una pensione contributiva di garanzia, che consentirebbe ai lavoratori di uscire in anticipo dall'attività lavorativa dopo il raggiungimento di almeno 66 anni di età anagrafica unitamente ai 42 anni di anzianità contributiva con un assegno non inferiore a 1000 euro mensili.

Tuttavia nel periodo contributivo dovranno figurare anche i periodi di stage, di assistenza familiare e il tempo impiegato per la ricerca di un'occupazione. Inoltre tra le proposte c'è anche la revisione dell'attuale sistema di adeguamento automatico alla speranza di vita e la rimozione dei vincoli imposti dalla Riforma Fornero dell'1,5 e 2,8 volte l'assegno minimo Inps, ovvero del cosiddetto assegno sociale.