Si va verso la conferma dei 67 anni di età per andare in pensione di vecchiaia anche nel biennio 2021/2022, agganciando i requisiti a quelli richiesti già per il 2019 e del 2020: l'età di uscita dovrebbe rimanere invariata secondo quanto risulta dall'ultimo scenario demografico dell'Istat. Pertanto, il requisito anagrafico, aumentato dal 1° gennaio 2019 a 67 anni per il meccanismo di adeguamento previsto dalla riforma Fornero dell'età (e dei contributi per la pensione anticipata), dovrebbe durare per quattro anni, incrementandosi, poi, nel biennio successivo, ovvero nel 2023-2024.
La cristallizzazione dei requisiti di uscita non dovrebbe riguardare solo le pensioni di vecchiaia e le uscite anticipate, ma anche la misura dell'assegno di pensione: infatti, dovrebbero rimanere invariati anche i coefficienti di trasformazione, ovvero gli indici che trasformano il montante contributivo versato dai lavoratori in assegno mensile.
Pensioni anticipate e uscita pensione di vecchiaia: ultime notizie oggi su adeguamento requisiti
Lo scenario riguardante le pensioni anticipate e di vecchiaia deriva dai calcoli dell'Istat fatti per l'anno 2017, recepiti nell'ultimo rapporto della Ragioneria generale dello Stato: la lenta diminuzione della speranza di vita media determina un andamento in frenata rispetto a quanto verificatosi negli anni precedenti, caratterizzati da adeguamenti ben più consistenti di quanto richiesto per andare in pensione.
Ricordando che i requisiti delle Pensioni anticipate cresceranno conseguentemente e nella stessa misura delle pensioni di vecchiaia (sia come mesi in più di versamenti richiesti, sia come età minima per i pensionati del sistema contributivo), è possibile determinare con esattezza, partendo dalla propria data di nascita, l'anno di uscita per la pensione considerando che i parametri dovranno essere poi confermati dalle prossime leggi di Bilancio.
Pertanto, se nel 2019 a 67 anni andranno in pensione i lavoratori nati entro il 31 dicembre del 1952, nel 2020, sempre a 67 anni, andranno in pensione di vecchiaia i lavoratori nati entro la fine dell'anno 1953. Confermando la stessa età di uscita anche per il biennio successivo, nel 2021 andranno in pensione i nati entro fine anno 1954 e nel 2022 i nati entro il 1955.
Adeguamento età uscita e contributi per pensione anticipata e vecchiaia dal 2019 al 2030
Secondo le stime dell'Istat il prossimo adeguamento delle pensioni anticipate e di vecchiaia si avrà nel biennio 2023-2024. Infatti, con l'aumento della pensione a 67 anni e 3 mesi, usciranno da lavoro i contribuenti che siano nati entro il 30 settembre del 1956 (per il 2023) ed entro lo stesso mese, ma del 1957, per il 2024. Altri tre mesi di adeguamento sono previsti per il 2025-2026: con la pensione di vecchiaia a 67 anni e 6 mesi, infatti, andranno in pensione i nati entro fine giugno del 1958 (per il 2025) ed entro giugno del 1959 (per il 2026). Ulteriori tre mesi saranno richiesti per le pensioni di vecchiaia del biennio susseguente: con uscita a 67 anni e 9 mesi andranno in pensione nel 2027 i contribuenti nati entro il 30 settembre 1960 e nel 2028 i contribuenti nati entro fine settembre del 1961.
Infine, 68 anni potrebbe essere l'età di pensionamento del 2029 e del 2030: per verificare i propri requisiti, occorrerà essere nati entro la fine dell'anno 1962 (per il 2029) ed entro il 31 dicembre del 1963 (per il 2030).