L'ex ministro del Lavoro e della Politiche Sociali Elsa Fornero ancora all'attacco della misura voluta dalla Lega. Non si conoscono ancora molto bene le sorti della cosiddetta Quota 100 anche se, sul tavolo dell'esecutivo giallo-rosso ci sarebbero diverse ipotesi tra le quali anche una probabile cancellazione della misura con un anno di anticipo rispetto al termine della sperimentazione.

Diverse ipotesi su Quota 100

Come ormai noto, il meccanismo delle quote sbandierato dal segretario federale della Lega Matteo Salvini è stato introdotto in via sperimentale solo per un triennio ovvero fino al 2021.

Tuttavia, con l'insediamento del nuovo Governo targato PD-M5S, le cose potrebbero cambiare. Difatti, c'è chi sostiene di cancellare definitivamente la misura e chi, invece, suggerisce alcune modifiche da inserire nella nuova Legge di Stabilità 2020 senza provvedere all'eliminazione del sistema di uscita anticipata a partire dai 62 anni di età anagrafica accompagnati dai 38 anni di versamenti contributivi.

Elsa Fornero chiude alla proroga della Quota 100

Resta, quindi, ancora un dibattito aperto quello su Quota 100 dove sarebbe intervenuta anche l'ex ministro del Lavoro Elsa Fornero fautrice della riforma pensionistica da molti ritenuta penalizzante. "L'esperienza di Quota 100 deve chiudersi. Non va prorogata, fu una scelta insensata", ha commentato dimostrandosi favorevole alle eventuali scelte che il nuovo Governo sarebbe pronto ad effettuare.

Tra le ipotesi più accreditate, infatti, ci sarebbe l'eliminazione della misura al termine della sperimentazione. Per la stessa Fornero, infatti, Quota 100 non deve essere prorogata con la possibilità di confermarla per il 2020 ed attuare delle modifiche per il 2021 riservando l'uscita anticipata con il sistema delle quote solo a particolari categorie di lavoratori.

"Abbiamo evitato un grosso rischio, ma non dobbiamo esagerare nel creare ottimismo che potrebbe diventare delusione", ha aggiunto ancora l'ex ministro.

Per la Ragioneria spesa di 63 miliardi in 18 anni

Tuttavia, non mancano le reticenze da parte della Ragioneria Generale dello Stato che, in un recente report ha evidenziato i probabili oneri che le casse statali potrebbero sopportare per i prossimi diciotto anni.

Si tratta di circa 63 miliardi di euro con un rapporto della spesa previdenziale rispetto al Pil che salirà al 15,9%. L'età per richiedere il pensionamento anticipato, inoltre, sarebbe dovuta aumentare mentre grazie al congelamento dell'adeguamento dei requisiti alla speranza di vita previsto nell'ultima manovra finanziaria, fino al 2026 si andrà in pensione con 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva se uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Una scelta del governo giallo-verde che, stando al parere della Ragioneria dello Stato, è del tutto errata.