Le ultime novità sulle Pensioni ad oggi 31 ottobre 2019 vedono arrivare nuove importanti conferme sui due meccanismi di uscita flessibile dal lavoro in scadenza al termine del 2019. Si tratta dell'APE sociale e della cosiddetta opzione donna. Qualora il dibattito parlamentare dovesse effettivamente confermare l'impostazione della finanziaria, le misure potrebbero quindi continuare a funzionare anche nel corso del 2020.
È da notare inoltre che i provvedimenti andrebbero a sommarsi alla quota 100, anch'essa prevista in funzione senza modifiche fino alla fine della sperimentazione (fissata al 31 dicembre del 2021). Resta l'incertezza sulla versione volontaria dell'APE, risultante in scadenza alla fine dell'anno e sulla quale mancano ancora conferme ufficiali.
Pensioni flessibili, la conferma dell'APE sociale per un ulteriore anno
A confermare la proroga dell'APE sociale per un ulteriore anno vi sarebbe uno specifico articolo della legge di bilancio, che sostituisce la data di fine della sperimentazione in precedenza fissata al 31 dicembre 2019 con la nuova scadenza, ovvero il 31 dicembre 2020.
Da sottolineare che il dispositivo di legge dispone anche le ulteriori coperture necessarie per poter garantire le uscite dei lavoratori. Si ricorda che l'APE sociale rappresenta una forma di indennità pensata in modo specifico per chi vive alcune situazioni di disagio (disoccupazione, invalidità, caregivers o lavori gravosi). Il provvedimento permette l'uscita dal lavoro a partire dai 63 anni di età e con almeno 30-36 anni di versamenti in base alla specifica condizione prevista dal legislatore.
La proroga dell'opzione donna al 2020
Tra le misure molto attese dalle lavoratrici con la nuova legge di bilancio vi era anche la proroga dell'opzione donna. La bozza della finanziaria prevede anche in questo caso di sostituire la scadenza dei requisiti.
Così, il provvedimento diventerà valido anche per le lavoratrici che raggiungono i requisiti di accesso al 31 dicembre del 2019. Potranno accedere tutte coloro che hanno maturato entro tale scadenza almeno 58 anni di età (59 anni se autonome) e 35 anni i versamenti. Le richiedenti dovranno però accettare il ricalcolo interamente contributivo dei propri versamenti (con una penalizzazione che in molti casi può diventare importante). Oltre a ciò, restano in essere anche le finestre di accesso, rispettivamente di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e di 18 mesi per le autonome. Tutti i provvedimenti sono da considerarsi in via provvisoria e per diventare definitivi devono passare per l'approvazione parlamentare della manovra, attesa entro la fine dell'anno.