Le ultime dichiarazioni in arrivo dall'Inps sulle pensioni anticipate tramite quota 100 risultano particolarmente rilevanti, perché mettono in luce una possibile conferma sulla conclusione della sperimentazione al proprio termine naturale. Allo stesso tempo, arrivano però nuove conferme anche in merito alla riduzione della platea dei fruitori rispetto alle ipotesi e stime iniziali.

Pensioni anticipate e Quota 100: 'La misura si deve concludere nel triennio'

Secondo quanto riportato dal Presidente dell'Inps Pasquale Tridico, la misura relativa alle pensioni anticipate tramite quota 100 "deve concludersi nel triennio".

L'economista non si è limitato a confermare quale sarà l'orizzonte temporale del provvedimento, ma ha anche voluto ribadire quali sono le cifre riguardanti la platea dei potenziali fruitori ed i costi da sostenere per il bilancio pubblico. In merito al primo punto, rispetto ai calcoli iniziali per l'anno in corso, le persone che otterranno l'accesso alla quiescenza tramite il provvedimento risulteranno meno delle 300mila stimate inizialmente. In realtà, il dato potrebbe fermarsi attorno alle 200mila unità. Attualmente si contano circa 180mila domande, confermando così l'analisi generale ad opera di Tridico.

Il dato relativo alle coperture e il problema dello scalone per gli esclusi

Stante la situazione, risulta evidente che nel momento in cui le adesioni alla quota 100 si attestano come inferiori rispetto alle stime iniziali, anche le proiezioni sui costi possono essere riviste al ribasso.

Su questo punto Tridico ha ribadito l'eccesso di tutela rispetto alla necessità di garantire delle coperture. "Questo dimostra che le stime sono prudenti e che chi diceva che sarebbe costato 15 - 20 miliardi faceva stime tendenziose" ha proseguito l'economista alla guida dell'Inps, sottolineando che al contrario "così risparmiamo un miliardo (di euro) e siamo contenti".

La questione sembra quindi tornata ad essere politica, posto che al legislatore spetterà ora decidere quale strada seguire per continuare a garantire la flessibilità in uscita dal lavoro una volta terminata la sperimentazione. Il problema potrebbe verificarsi a partire dal 2022, quando i lavoratori rimasti esclusi dalla quota 100 potrebbero essere costretti ad attendere la maturazione dei requisiti di quiescenza previsti dalla legge Fornero.

Anche per questo l'esecutivo giallo-rosso avrebbe allo studio una trasformazione in senso strutturale (ed un possibile rafforzamento) dell'APE sociale, assieme alla proroga dell'opzione donna e di altri provvedimenti di tutela in procinto di giungere al termine.