Tra le misure in scadenza con il termine del 2019 c'è la cosiddetta APE sociale, ovvero l'anticipo pensionistico in grado di garantire l'uscita dal lavoro a partire dai 63 anni di età e con 30-36 anni di versamenti a quei lavoratori che vivono particolari condizioni di disagio in età avanzata. Con l'arrivo della nuova bozza della legge di bilancio 2020 finalmente si concretizza il provvedimento di proroga, che consente uno slittamento dei termini temporali di accesso fino al 31 dicembre del prossimo anno. Il meccanismo di prepensionamento rappresenta una valida alternativa alla quota 100 (che richiede almeno 38 anni di versamenti, pur potendo essere richiesta già a partire dai 62 anni di età) e garantisce un'importante possibilità per flessibilizzare i criteri di accesso all'Inps previsti dalla legge Fornero nel 2011.

Come funziona il prestito ponte di accompagnamento alla pensione di vecchiaia

Rispetto ad altre opzioni di pensionamento anticipato, l'APE sociale non ha alcun costo e non presenta penalizzazioni applicate al richiedente sul futuro importo dell'assegno. Nella fattispecie, si tratta di un prestito ponte che accompagna il lavoratore dai 63 anni fino alla maturazione della pensione di vecchiaia (attualmente il requisito anagrafico è fissato ai 67 anni di età). Resta confermata la platea dei potenziali beneficiari, individuati in quattro diverse categorie di lavoratori. Nel primo caso troviamo i lavoratori in stato di disoccupazione a seguito della cessazione del servizio per licenziamento (anche collettivo) o per dimissioni per giusta causa.

In tale evenienza, i richiedenti dovranno aver già esaurito da almeno 3 mesi i sussidi di disoccupazione. In secondo luogo rientrano nelle tutele di legge gli invalidi che hanno subito una perdita della capacità lavorativa uguale o superiore al 74%. Abbiamo quindi i caregivers (coloro che assistono al momento della richiesta il coniuge o un parente di primo grado convivente con grave invalidità).

Infine, ci sono i lavoratori che hanno svolto le attività gravose o usuranti indicate dal legislatore.

Il sostegno garantito dall'APE e le scadenze per le istanze

Entrando nello specifico degli assegni erogati, l'APE garantisce ai potenziali fruitori un sostegno economico uguale all'importo del futuro assegno pensionistico, con un tetto massimo di 1500 euro al mese per 12 mensilità (non trattandosi di un assegno previdenziale non viene erogata la tredicesima).

Le istanze seguono anche nel corso del 2020 le stesse linee di principio degli anni precedenti, essendo state fissate al primo marzo come scadenza iniziale. La seconda istanza scade invece al 15 luglio, mentre al 30 novembre è stata scadenzata l'istanza tardiva.