Le ultime novità sulla flessibilità previdenziale ad oggi 6 novembre 2019 vedono emergere nuovi dati statistici dall'Inps in merito alla quota 100 e alle altre misure di accesso anticipato alla pensione. Nel frattempo i sindacati commentano l'ultimo confronto tenutosi con il governo, mentre dal CODS si ricorda la necessità di rilanciare la "Q100 rosa" e la proroga dell'opzione donna fino al 2023.

Pensioni anticipate, la Quota 100 supera le 150mila richieste

Continuano ad arrivare nuovi aggiornamenti dall'Inps in merito alle statistiche sulle richieste di uscita dal lavoro tramite le diverse opzioni di flessibilità previste dal legislatore.

In questo senso, è interessante notare che durante il 2019 la quota 100 ha consentito la quiescenza flessibile ad oltre 154mila lavoratori (dei quali circa 95mila finora riconducibili al comparto della gestione privata). Si tratta di numeri importanti e capirlo non è difficile soprattutto se i dati vengono messi in prospettiva. Infatti, le richieste superano il totale di quelle prodotte attraverso l'APE sociale e l'opzione donna, ovvero le altre due opzioni attualmente disponibili per riuscire ad ottenere l'ingresso nell'Inps bypassando la rigidità delle regole previste dalla legge Fornero. Complessivamente, entrambi i provvedimenti sono infatti riusciti a consentire il prepensionamento ad una platea di quasi 90mila lavoratori, mentre i conti con la quota 100 tornano ad equilibrarsi solo se si aggiungono anche le richieste di accesso all'APE volontario (si tratta di circa 6800 neo aderenti).

Si ricorda che i quotisti possono ottenere l'accesso alla pensione anticipata a partire dai 62 anni di età e con almeno 38 anni di versamenti, contro i 63 anni di età e 30-36 anni di versamenti (in base alla specifica situazione di disagio) dell'APE social. Infine, l'opzione donna consente attualmente l'uscita dal lavoro dai 58 anni di età (59 anni se autonome) e 35 anni di versamenti, accettando il ricalcolo contributivo dell'assegno.

I riscontri dei sindacati dall'ultimo confronto con il governo

Nel frattempo prosegue il confronto tra parti sociali e governo rispetto alla stesura della legge di bilancio 2020 ed alle implicazioni per la flessibilità previdenziale. Dopo il tavolo tenutosi negli scorsi giorni con la piattaforma sindacale presso il Ministero del Lavoro, è tornato a fare il punto della situazione il Segretario confederale della UIL Domenico Proietti.

Il sindacalista ha parlato di "un incontro positivo, che avvia un confronto complessivo sulla riforma strutturale del sistema previdenziale". Al Ministro Catalfo sono stati quindi sottolineati tre punti chiave da affrontare con la manovra. "Una rivalutazione delle Pensioni da applicare dal 1 gennaio 2020 con il sistema pre Monti-Fornero; un intervento che salvaguardi le donne dalle molte penalizzazioni che hanno avuto in questi anni con una quota 100 rosa a 36 anni di contributi e il riconoscimento di un bonus di un anno per ogni figlio a carico; un rilancio del sistema di previdenza complementare attraverso un nuovo semestre di silenzio assenso", ha concluso Proietti.

Armiliato (CODS): 'Le donne sono in credito'

Nel frattempo dalle lavoratrici proseguono le rivendicazioni per l'avvio di maggiori tutele con la legge di bilancio 2020. A tornare sul punto è stata l'amministratrice del Comitato Opzione Donna Social Orietta Armiliato, ricordando attraverso un post le richieste fatte per ripristinare l'equità nel nostro sistema previdenziale. "Prorogare opzione donna fino al 2023 è una questione di rispetto" ha sottolineato la fondatrice del gruppo, ricordando anche la necessità di avviare "una quota 100 rosa" perché "è una questione di equità". Rispetto alla bozza della Manovra circolata nelle scorse ore dal CODS si sottolinea poi che "il testo rappresenta ciò che il Governo propone, tant’è che si chiama disegno di legge.

Siamo quindi ai preliminari, poi interverrà il dibattito parlamentare, la possibilità di emendare, il passaggio fra le Camere e poi la votazione finale dopodiché, diventerà Legge. Ricordo che, per fortuna, la nostra é ancora una repubblica parlamentare".