L'Ocse non vede di buon grado Quota 100 e consiglia all'Italia di innalzare l'età pensionabile. E' quello che viene fuori dal rapporto annuale relativo ai sistemi previdenziali denominato "Pensions at a Glance 2019". L'indagine ha messo in luce che, attualmente, nel Bel Paese si va in pensione mediamente a 62 anni. Un dato di due anni inferiore alla media Ocse e di ben cinque rispetto a quella che dovrebbe essere l'uscita dal lavoro per vecchiaia (67 anni). Fare in modo che la gente vada in pensione con un'età più avanzata rispetto a quella media attuale equivarrebbe ad abbassare il prezzo che le nuove generazioni sarebbero destinate a pagare.

Un costo che dipenderebbe dal rischio, stanti le attuali condizioni, di ricevere nel loro futuro Pensioni sempre più povere.

Nel resto d'Europa anziani meno abbienti dei giovani

Il rapporto dell'Ocse si è preoccupato di andare ad analizzare in maniera dettagliata tutti i numeri inerenti alla spesa pensionistica di ciascun Paese. Relativamente all'Italia è venuto fuori che spende per il sistema pensionistico il 16% del proprio Pil. Si tratta del secondo dato in termini percentuali più alto tra quelli monitorati. Altro aspetto che fa da campanello d'allarme è che nel resto dei paesi Ocse la popolazione oltre i 65 anni ha un reddito inferiore del 13% rispetto ai più giovani. In Italia le condizioni economiche sono molto simili tra le classi anagrafiche considerate.

L'anomalia sta verosimilmente nel fatto che chi è nel pieno delle funzioni lavorative dovrebbe avere redditi superiori a chi, invece, beneficia del trattamento pensionistico.

Il rischio è di avere giovani con pensioni basse

L'introduzione di Quota 100 rappresenta nelle rilevazioni dell'Ocse un potenziale rischio, soprattutto per i giovani italiani.

L'indicazione che viene fornita all'Italia è quella di avere come priorità l'innalzamento dell'età pensionabile. La strategia consigliata sarebbe quella di limitare l'uscita anticipata dal lavoro agevolata e di basare qualsiasi scelta sull'aspettativa di vita. Non è difficile notare come Quota 100, di fatto, vada in una direzione esattamente opposta.

Lo stesso discorso vale per l'altra annotazione fatta dall'Ocse nei confronti dell'Italia e relativa al fatto che sia stato bloccato l'aumento dei requisiti legati all'aspettativa di vita fino al 2026 per le pensioni anticipate con i requisiti della riforma Fornero. Il problema viene rilevato soprattutto per i più giovani che, leggendo gli attuali dati, rischierebbero pensioni basse, essendo il sistema italiano caratterizzato da uno stretto vincolo tra pensioni e contributi. Tutte situazioni che potrebbero ulteriormente accendere il dibattito su Quota 100. Al momento il governo ha inteso esprimere l'intenzione di fare andare la misura ad esaurimento, ovvero fino alla fine del 2021, trattandosi di un meccanismo opzionale. Resta, inoltre, da capire quale sarà eventualmente il destino delle altre misure d'uscita anticipata.