A margine dell'evento organizzato a Milano da Manageritalia denominato Our Future, l'ex presidente dell'Inps Tito Boeri ha avuto modo, ancora una volta, di manifestare il suo pensiero sull'attuale sistema previdenziale e su Quota 100. Ha sottolineato le difficoltà che potrebbero esserci nell'uscire da una misura che, secondo le intenzioni palesate dal governo, sembra destinata ad andare ad esaurimento nel 2021. Il rischio della riapertura di un nuovo nodo esodati o l'effetto scalone a partire dal 2022 sono le potenziali problematiche messe in risalto da Boeri, che ha anche fatto la sua proposta di uscita anticipata e flessibile.
Pensieri espressi nell'ambito di un'intervista rilasciata ad Alanews.
Esodati e scalone: i rischi della rinuncia a Quota 100
Tito Boeri continua ad essere critico nei confronti di Quota 100, voluta dal governo Conte 1. Boeri ha evidenziato come si sia trattato di una scelta che ha avuto costi importanti, che ha avuto come effetto principale quello di drenare risorse che avrebbero potuto essere investite in misure per abbassare il costo del lavoro. Boeri ha, perciò, colto l'occasione per dare visibilità ad un concetto che sostiene da tempo, ossia la necessità per l'economia italiana di adottare strategie finalizzate a incentivare le assunzioni sgravando i costi per gli imprenditori . Aumentare gli occupati, infatti, oltre ad assicurare produttività, avrebbe la funzione di aumentare la sostenibilità del sistema previdenziale.
Boeri non manca di sottolineare le potenziali criticità rappresentate dalla possibilità di mettere da parte Quota 100 in vista delle prossime manovre economiche. "Non è facile - ha detto .- uscire da quella misura, perché interromperla oggi bruscamente rischierebbe di riaprire il nodo esodati". Ed è chiaro anche sui rischi determinati dalla scelta del governo di farla andare ad esaurimento alla fine del 2021: "Lasciarla andare a terminare nel 2021 aprirebbe un problema, perché ci sarebbe uno scalone".
Con 'scalone' si intende il rischio che avrebbero i nati dal 1960 in poi che, nel 2022, non avendo più l'opzione Quota 100, potrebbero essere costretti a lavorare necessariamente cinque anni in più per congedarsi dal lavoro e raggiungere gli obiettivi base della legge Fornero: ossia i 42 anni e 10 mesi di contributi o i 67 anni di età.
Occorrerà comunque valutare, da qui a quella data, l'eventuale adozione di nuove misure o il prolungamento di altre già esistenti.
Italia in crisi demografica ed economica
Boeri ha, inoltre, parlato di quella che sarebbe la sua idea su una possibile anticipo della pensione rispetto alla Legge Fornero attraverso quella che lui definisce "uscita flessibile con la regola del sistema contributivo". La proposta dell'ex Presidente dell'Inps è chiara: "Si permette alla persone di andare in pensione prima, però applicando anche alla quota retributiva delle Pensioni le riduzioni attuariali che sono previste per la parte contributiva". L'Italia vive un momento difficile sotto vari punti di vista e questo, naturalmente, si ripercuote anche sotto il profilo previdenziale.
Boeri, in particolare, ha posto l'accento sul fatto che, al momento, il Paese viva la situazione più complicata tra i paesi dell'Euro, non solo sotto il profilo economico, ma anche e soprattutto per questioni demografiche. E' noto, infatti, come in Italia da tempo ci si trovi a dover fare i conti con il calo della natalità.