La normativa in materia di permessi Legge 104 dispone delle agevolazioni lavorative dirette ai medesimi lavoratori colpiti da una grave disabilità, oppure, privilegi per i familiari che prestano cura e assistenza a una familiare con handicap. La Legge del 5 febbraio 1992 n. 104, contiene le norme che disciplinano la possibilità di usufruire di 3 giorni mensili, oppure, due ore giornaliere regolarmente retribuiti.

Il datore di lavoro per legge è tenuto a concedere i permessi Legge 104 al lavoratore, ma, può vigilare sul corretto uso. In altre parole, il datore di lavoro può avviare dei controlli per verificare che il dipendente utilizzi i permessi esclusivamente a fini di sostegno del disabile, quindi, può accertarne la piena legittima.

Nel caso in cui il datore di lavoro noti un uso non regolare dei permessi, e accerti l’illecito del lavoratore nell’uso delle agevolazioni disciplinate dalla Legge 104, può avvalersi delle disposizioni vigenti nella normativa che prevede la ammonizione: sospensione dal lavoro o il licenziamento.

Il datore di lavoro può spiare il lavoratore

La Corte di Cassazione attraverso l’ordinanza n. 4670 del 18 febbraio 2019, ha stabilito che i lavorati dipendenti atti ad assistere un familiare colpito da handicap, possono essere sorvegliati dal datore di lavoro nel corso delle ore di utilizzo dei permessi.

Con questo provvedimento la Corte di Cassazione legittima le forme di controllo assunte dal datore di lavoro al fine di provare che il lavoratore non eserciti un’attività fraudolenta nell’abuso dei permessi, che sfocia a danno del medesimo datore di lavoro e derivi un danno economico allo Stato.

Di conseguenza, sono leciti i controlli stolti dal datore di lavoro, quando:

  • non interessano lo svolgimento dell’attività lavorativa;
  • hanno l’obbiettivo di controllare la presenza di un eventuale abuso che sfocia in una irregolarità penale o può finire per divenire un’attività fraudolente.

È altresì chiarito che non si lede la buona fede del dipendente ai sensi dell’art.

4 dello Statuto dei Lavoratori.

Il licenziamento per giusta causa

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18411 del 9 luglio 2019, ha stabilito che il datore di lavoro potrebbe formulare una richiesta di licenziamento per giusta causa, nel caso di ripetuti illeciti riscontrati nell’uso non appropriato dei permessi Legge 104 da parte del lavoratore.

La smodatezza dell’utilizzo dei permessi Legge104 viene rigorosamente condannata dalla legge, anche nell’attenta valutazione nel caso manchi il sostegno al familiare disabile, per il quale, era nato il giusto diritto a usufruire delle agevolazioni.

Resta da dire che il lavoratore rischia non solo il licenziamento per giusta causa, ma sanzioni civili e penali. Infatti, anche l'Inps può intervenire eliminando il diritto all'uso dei permessi, e avviando la procedura per il recupero delle somme corrisposte. Mentre, sotto il profilo penale il lavoratore rischia un'accusa di truffa e dichiarazione contraffatte.