Protestano i lavoratori della compagnia sardo-qatariota Air Italy, ai quali nei giorni scorsi è stato annunciato la liquidazione della compagnia e il conseguente licenziamento. La manifestazione più eclatante si è svolta all'aeroporto Costa Smeralda di Olbia, invaso da circa un migliaio tra lavoratori e cittadini. A Olbia, ma anche a Milano-Malpensa sono state programmate assemblee e presidi nelle aree dei check point di Air Italy e Qatar Airways. Novecento sono i dipendenti in servizio a Malpensa e i rimanenti a Olbia, per un totale di 1450.
La compagnia aerea, erede di Alisarda e di Mediterranea, è per il 51% di proprietà dell'Aga Khan Karim e per il 49% di Qatar Airways.
Di fronte all'annuncio dell'Aga Khan, nei giorni scorsi, di ritirare la sua partecipazione azionaria, il consiglio di amministrazione ha deciso di porre in liquidazione la compagnia. Poi sono partite 1200 lettere di licenziamento. Una brutta ed inaspettata sorpresa per i dipendenti.
Il dissesto di Air Italy sta creando danni anche alle aziende turistiche e agli utenti
All'assemblea olbiese ha partecipato la sottosegretaria allo Sviluppo Economico, Alessandra Todde, sarda di Nuoro e del Movimento 5 Stelle. Todde ha annunciato, a nome del governo, l'intenzione di confrontarsi con i soci di Air Italy per l'individuazione di un percorso utile a evitare i licenziamenti. La messa in liquidazione unilaterale della società, ha detto la sottosegretaria, "è inaccettabile".
Oltre alla perdita del lavoro da parte dei dipendenti e l'estrema situazione di disagio arrecata alle loro famiglie, le ripercussioni per l'economia dell'isola sono notevoli. Molti utenti sono stati costretti a rinunciare a viaggi già programmati, con danni ad operatori ed aziende in questo momento ancora non calcolabili. Sicuramente, però, è previsto per quest'estate un notevole calo di presenze turistiche in Sardegna.
Il Codacons si sta muovendo a difesa di viaggiatori e imprese che potrebbero subire danni economici dall'improvvisa decisione di Air Italy. L'associazione che tutela i consumatori, infatti, ha scritto ai commissari liquidatori di aprire un tavolo di conciliazione per studiare interventi di ristoro in favore di operatori e clienti danneggiati.
In mancanza, si è detta pronta ad azioni legali.
Paola De Micheli ha intenzione di incontrare Air Italy per individuare soluzioni alternative
In attesa di allestire un incontro con la proprietà, la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli (Pd) ha invece convocato le organizzazioni sindacali, la Regione Sardegna e la Regione Lombardia per il 20 febbraio prossimo. Si prevede che per quel giorno saranno presenti a manifestare davanti al Mit anche i lavoratori di Alitalia ed Ernest Airlines, aziende anch'esse in crisi. L'obiettivo minimo del governo sarebbe il cambio della procedura di cessione degli assetti societari.
La liquidazione pura e semplice della compagnia, infatti, consentirebbe il ricorso alla cassa integrazione solo temporaneamente e al massimo per una quota minoritaria dei lavoratori coinvolti.
Inoltre non garantisce il trasporto aereo sulla Sardegna, con tutte le conseguenze per il turismo e gli operatori già esposte in premessa. Il blocco della procedura di liquidazione trova favorevoli anche le organizzazioni sindacali. Chiedono di sostituirla con il commissariamento o il concordato preventivo. Tali soluzioni prevederebbero un piano di risanamento societario e la contemporanea prosecuzione delle attività.
I sindacati chiedono per Air Italy la stessa attenzione riservata ad Alitalia
Nei giorni precedenti si era parlato di un possibile interessamento di Ryan Air, già inserita nei percorsi sardi come low coast, negli assetti azionari di Air Italy. Poi è stata la stessa compagnia irlandese a smentire tale possibilità.
Al limite, Ryan Air potrebbe assorbire parte del personale licenziato per attivare una propria postazione al Costa Smeralda. Ancora da valutare, invece, l'eventuale subentro della Regione Sardegna nel capitale dismesso dall'Aga Khan.
I commissari liquidatori, secondo dichiarazioni informali, non escluderebbero di poter ricorrere alla cessione di rami di azienda a nuovi investitori. Ciò consentirebbe il mantenimento in tutto o in parte dei posti di lavoro. Le organizzazioni sindacali, comunque, contestano alla società e al governo di non aver attuato un precedente accordo quadro del 2016 che prevedeva un monitoraggio della situazione ogni tre mesi, alla presenza dei rappresentanti dei lavoratori.
I sindacati chiedono al governo la stessa attenzione che, secondo loro, l'esecutivo riserverebbe ad Alitalia. Nel frattempo hanno già indetto uno sciopero di categoria per il prossimo 25 febbraio.