È il festival della canzone italiana, ma molto spesso si parla soprattutto di altro e molto poco di musica. Il riferimento va naturalmente all'appuntamento annuale con Sanremo. Tra i temi che destano l'opinione pubblica, ogni anno, ci cono i compensi che vengono riservati a direttori artistici, conduttori, co-conduttori, ospiti, super ospiti e semplici comparse. L'edizione numero 'settanta' si caratterizza per una denuncia che va in controtendenza. È quella della Slc - Cgil che invita, evidentemente, la collettività a prendere contezza delle condizioni economiche dei musicisti.
In particolare sotto la lente d'ingrandimento ci sono i compensi, distanti anni luce da quelli maxi riservati alle grandi firme del Festival di Sanremo. La sfera di questo problema riguarda alcuni musicisti free lance che molto spesso sarebbero costretti anche a pagarsi l'alloggio in Liguria.
Prove da mattina a sera
E' ormai risaputo quanto alte siano le cifre che vengono riservati ai vip che mettono piede sul palco dell'Ariston. Si ragiona nell'ordine delle decine di migliaia di euro o, in alcuni casi, delle centinaia. Tuttavia, la Slc - Cgil ha segnalato come alla base della buona riuscita dell'appuntamento con il festival ci sia l'impegno di altri professionisti il cui trattamento economico risulta quantomeno discutibile.
Anzi, la definizione rilasciata dai sindacati e ripresa da diversi organi di stampa risulta piuttosto eloquente quando parla, testualmente, di paghe "paghe vergognose per altri professionisti". Si parla di 50 euro al giorno che sarebbero riconosciuti ad alcuni musicisti.
Rai sotto l'accusa dei sindacati
Una cifra che non sarebbe commisurata a quello che sarebbe il loro impegno quotidiano durante le giornate che precedono le serate del festival.
Sarebbero, infatti, sottoposti a prove estenuanti che partono alle 10 del mattino ad apertura di un impegno che si protrae fino alla fine di ciascuna diretta, molto spesso a notte fonda. La denuncia sindacale segnala come dietro "luci sfavillanti e giacche doppiopetto del mondo dello spettacolo in Italia non si riconosca il lavoro degli artisti".
Un paradosso se si considera che attorno al lavoro e all'applicazione dei professionisti citati si mette in piedi un business fruttuoso come Sanremo. Un pensiero espresso, tra gli altri, dalla segretaria generale della Slc Cgil Emanuela Bizi. Quest'ultima ha modo porre in evidenza il fatto che si tratta di una situazione ancora più grave se si considera che avviene per una manifestazione dell'azienda di televisione pubblica. "Appare - segnala - ancora più grave quando a determinarla è la Rai, azienda che svolge il fondamentale compito di servizio pubblico, e che non può discriminare o non pagare adeguatamente tutti i suoi lavoratori, compresi gli artisti".