Nel 'decreto aprile' potrebbero venire confermate alcune indiscrezioni che già in questi giorni trapelavano su Reddito di cittadinanza e Naspi (ma anche per la Dis.Coll). La bozza del decreto di aprile, che in queste ore sta facendo discutere, presenta novità rilevanti per entrambe queste misure assistenziali. La bozza del decreto è composta da 44 articoli. Al numero 32 si parla di Naspi e Dis.Coll, le due misure di sostegno al reddito per chi perde involontariamente il lavoro e che riguardano rispettivamente lavoratori dipendenti e collaboratori.
Invece, all'articolo 20 si parla di reddito di cittadinanza. Per entrambe le misure le novità sono più favorevoli per i beneficiari e per i richiedenti.
Cosa cambia per il sussidio di disoccupazione Inps
Nella bozza del decreto, all'articolo 32, viene confermata una voce che riguardava i beneficiari del sussidio per disoccupati involontari Inps. Per i disoccupati che percepiscono la Naspi con scadenza prevista tra il 1° febbraio 2020 ed il 30 aprile 2020, la durata dell'indennità sarà automaticamente prorogata di due mesi. Lo stesso surplus riguarderebbe i percettori della Dis.Coll, con scadenza che cade nello stesso periodo. I due mesi in più però, sarebbero fruibili solo da coloro che non sono rientrati nelle altre misure assistenziali del governo, quelle previste dal decreto Cura Italia.
L’importo di queste mensilità aggiuntive dovrebbe essere uguale all'importo dell'ultimo mese di Naspi percepito.
Requisiti più vantaggiosi per le richieste del Rdc
L'emergenza sanitaria che è diventata anche una emergenza economica, potrebbe cambiare anche i requisiti per richiedere ed ottenere il reddito di cittadinanza. lo prevede l'articolo 20 della bozza del decreto di aprile.
Per i richiedenti, che presenteranno la domanda di reddito di cittadinanza a partire dal 1° luglio 2020 e fino al 30 ottobre 2020, la bozza prevede la soglia massima di Isee che passa dai precedenti 9.360, ai 10.000 euro. Anche il patrimonio immobiliare diventa meno rigido. Parliamo del valore degli immobili posseduti dal nucleo familiare dei richiedenti, che sale da 30.000 a 50.000 euro, sempre escludendo dal computo, la casa di abitazione del nucleo familiare e relative pertinenze.
Per quanto concerne il patrimonio mobiliare, cioè i soldi che la famiglia possiede in banca o alle poste, la soglia sale da 6.000 ad 8.000 euro. Requisiti più morbidi quindi, che potrebbero consentire a soggetti e famiglie, fino ad oggi escluse dal beneficio del reddito di cittadinanza, di poter accedere grazie alle modifiche che nella bozza del decreto sono messe nero su bianco.