Emergono novità in vista del tavolo di confronto tra governo e sindacati del prossimo 25 settembre in tema di riforma delle Pensioni, con doppia possibilità di uscita anticipata a partire dai 62 anni. Il confronto si rende necessario per il superamento della sperimentazione della quota 100 a partire dal 1° gennaio 2022 e per allentare le possibili conseguenze di un ritorno a pieno regime dei requisiti di uscita della riforma Fornero che imporrebbero, in assenza di una misura alternativa alla quota 100, fino a cinque anni di lavoro in più per la pensione di vecchiaia a 67 anni o l'uscita con la pensione anticipata con circa 43 anni di contributi.
Le due uscite flessibili al vaglio delle parti riguarderebbero l'ipotesi di una quota 98 agevolata per chi svolge lavori gravosi e usuranti e una seconda possibile uscita a quota 101, con età minima fissata a 64 anni.
Riforma pensioni: uscita anticipata per chi svolge lavori gravosi con quota 98 a 62 anni e 36 di contributi
Come annunciato anche dal ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, la riforma delle pensioni andrà incontro innanzitutto a chi svolge lavori gravosi e comunque usuranti. L'ipotesi di riforma che il governo proporrà ai sindacati a partire dal prossimo tavolo in programma venerdì 25 settembre è quella di un'uscita a 62 anni (o non più di 63) con almeno 36 anni (forse 37) di contributi, senza incorrere in eccessive penalizzazioni.
Nella migliore delle ipotesi, dunque, chi svolge lavori usuranti andrebbe in pensione con la quota 98 che ripropone, rafforzandola, la misura tutt'ora in vigore dell'Ape social (uscita a 63 anni in presenza di 30 o di 36 anni di contributi). Proprio dall'Ape social derivano le 15 professioni definite "gravose" che rappresentano una delle condizioni essenziali per beneficiare della misura.
Tra queste rientrano, a titolo di esempio, gli operai dell'industria estrattiva, i conduttori di convogli ferroviari, il personale delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche che lavorano su turni, assistenti di persone non autosufficienti e, per la scuola, gli insegnanti delle scuole dell'infanzia e gli educatori degli asili nido.
Tuttavia, il governo avrebbe dato il via libera alle due commissioni, una costituita specificatamente sull'aspettativa di vita in rapporto alla professione svolta, proprio per verificare le basi di un possibile allargamento delle attività lavorative beneficiare delle misure flessibili.
Pensioni quota 101 per tutti: uscita a 64 anni allo studio del governo per il dopo quota 100
Per tutti gli altri lavoratori che non rientrino tra i gravosi o usuranti, la riforma delle pensioni sta studiando ipotesi di innalzamento dell'età di uscita rispetto alla quota 100 e di abbassamento dei contributi minimi richiesti. L'ipotesi sul tavolo del governo è quella di un'età di uscita anticipata pari a 64 anni (ma nella trattativa non si scenderà a meno di 63) con un numero di anni di contributi richiesti pari a 37 (o al massimo 38, gli stessi di quota 100).
Tuttavia, la flessibilità in uscita verrebbe garantita con penalità legate al metodo di calcolo contributivo: si parla di un 2,8-3% per ogni anno che si decide di anticipare rispetto alla pensione di vecchiaia dei 67 anni.
Pensioni anticipate precoci: sindacati propongono la quota 41 per tutti
Nel tavolo in programma venerdì prossimo Cgil, Cisl e Uil riproporranno al governo la possibilità che la riforma delle pensioni includa anche la quota 41, la formula di uscita che non prevede un'età minima ma solo un numero di anni di contributi pari, per l'appunto, a 41. Attualmente la misura interessa sostanzialmente i lavoratori precoci, ovvero i contribuenti che hanno iniziato a lavorare negli anni dell'adolescenza, purché siano in grado di certificare almeno un anno di contributi versato entro il compimento dei 19 anni di età.
Secondo la richiesta dei sindacati, quest'ultimo parametro, oltre ad altri in comune con l'Ape social, dovrebbero essere eliminati garantendo quello che i lavoratori interessati chiedono, ovvero la quota 41 per tutti indipendentemente dall'età anagrafica e dai vincoli contributivi introdotti negli scorsi anni.