Il 2021 potrebbe essere l'anno della fuga dei docenti e del personale amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata) dalla Scuola per via delle Pensioni. Si potrebbe raggiungere, infatti, il numero di 50.000 insegnanti e collaboratori in uscita con le varie misure di pensionamento, anche anticipato, come la quota 100. Molto dipenderà dall'andamento dell'emergenza sanitaria dei prossimi mesi: insegnanti e amministrativi potrebbero essere indotti ad accettare formule di uscita, come per l'appunto la quota 100, proprio per l'accentuarsi dell'incertezza, non più solo sui requisiti ed età di pensionamento.

Il primo banco di prova è fissato a gennaio del 2021 con le domande di cessazione dal servizio che i dipendenti della scuola dovranno presentare al proprio istituto di appartenenza.

Pensioni anticipate nella scuola: nel 2021 circa 50.000 docenti e Ata in uscita secondo gli esperti

E, dunque, dopo il complicato avvio dell'anno scolastico 2020/2021 e le prospettive incerte dei prossimi mesi con un ritorno alla didattica a distanza o, nella peggiore delle ipotesi, con una seconda ondata di contagi da coronavirus, docenti e impiegati Ata potrebbero accelerare l'uscita dal lavoro agganciando una delle possibili formule di pensionamento, quota 100 compresa. Stime prudenziali di esperti di pensioni e sindacati indicano in almeno 50.000 il numero di domande di uscita che arriveranno dal settore scolastico, suddivise tra i docenti (40.000) e gli amministrativi (10.000).

Nel caso in cui si verificassero questi numeri si tratterebbe di cifre in aumento rispetto ai pensionamenti del 2020 che sono stati, in tutto, 41.400, dei quali circa 16.000 con quota 100. Il dato di quest'anno è pressoché in linea con le pensioni nella scuola del 2019, quando tra settembre e ottobre furono liquidate circa 42.400 pensioni delle quali 16.100 riguardavano la pensione anticipata a quota 100.

Dati alla mano, in base alle domande di pensionamento che arriveranno a gennaio del 2021 (per i dirigenti scolastici il termine è fissato a fine febbraio per le pensioni da liquidare, per tutto il settore scolastico, a partire dal 1° settembre 2021), il numero delle istanze potrebbe segnare un aumento di 10.000 richieste di pensionamento.

Pensioni anticipate a quota 100, opzione per differire l'uscita nella scuola

Non solo l'incertezza derivante dall'emergenza sanitaria, ma anche l'ultimo anno di sperimentazione, il 2021, delle pensioni a quota 100 potrebbe spingere a delle scelte anticipate il personale scolastico che cercherà, come verificato già in altre categorie lavorative, di ridurre per quanto possibile il tempo di attesa per l'uscita da lavoro. Rispetto alla pensione di vecchiaia, maturabile all'età di 67 anni, la quota 100 potrebbe differire la liquidazione del trattamento pensionistico anche agli anni successivi al 2021, limite fissato per il termine della sperimentazione della misura. Per i docenti e gli amministrativi che dovessero raggiungere i requisiti minimi dei 62 anni di età e dei 38 di contributi nel 2021 c'è la possibilità di fare domanda di uscita con quota 100 anche nel gennaio del 2022 o del 2023.

I dipendenti della scuola che sceglieranno questo canale beneficeranno, di fatto, di un'opzione che permetterà loro di rimanere in servizio nella scuola un altro anno, senza per questo rinunciare a una delle formule di pensione anticipata e dover attendere il limite dei 67 anni per la pensione di vecchiaia. È uno scenario che andrà verificato in base alle domande di cessazione dal servizio che arriveranno entro la fine di gennaio prossimo.