L'effetto Covid si farà sentire sulle Pensioni dei prossimi anni e, soprattutto, sull'entità degli assegni mensili che risulteranno inevitabilmente più bassi. Con la pandemia il Pil italiano, che entra nel calcolo della quota contributiva delle pensioni, andrà a influenzare negativamente il tasso di trasformazione, ovvero il rapporto tra l'ultimo stipendio avuto al lavoro e la pensione futura. Conseguentemente, coloro che sono maggiormente vicini alla pensione risentiranno di più dell'effetto Covid, mentre chi è lontano dall'uscita dal lavoro potrà sperare in una ripresa del Pil nel medio-lungo periodo per non risentire dei cali produttivi dell'emergenza sanitaria.

Pensioni, perdita degli assegni per Covid: il Pil 2020 inizierà ad abbassare i mensili dal 2022

Le conseguenze della Covid, in attesa di indicazioni più veritiere sulla speranza di vita e quindi sull'età di uscita dal lavoro, andranno necessariamente ad abbassare le pensioni dei prossimi anni, lasciando ancora inalterati gli importi di coloro che andranno in pensione nel 2021.

Solo a partire dal 2022, infatti, il tonfo del Pil entrerà nel calcolo dell'assegno sulla quota contributiva in conseguenza del sistema messo a punto a partire dal 1996 dall'allora governo Dini e dalla riforma delle pensioni che negli ultimi 25 anni ha cambiato il modo di calcolare il sistema previdenziale in senso contributivo.

Proprio seguendo il meccanismo Dini, il crollo del Pil 2020 andrà a riflettersi negativamente sul sistema di rivalutazione del montante contributivo e, per i lavoratori più vicini alla pensione - in particolare per i contributi versati dal 2012 - il risultato sarà quello di una perdita di decine di euro mensili sull'assegno.

Simulazioni e calcoli sono stati fatti dall'Istituto Progetica che ha stimato i futuri assegni di pensione partendo dalla certezza del taglio dovuto alla Covid, ma il maggiore o minore danno sulle pensioni future dovrà essere rapportato a quanto sarà in grado l'Italia di risollevarsi dalla crisi dopo l'emergenza sanitaria.

Perdita pensioni dal 2022: chi è più vicino alla pensione risentirà dei tagli

Dalle simulazioni effettuate, un lavoratore che oggi ha 50 anni e che andrebbe in pensione a poco meno di 68 anni, con uno stipendio netto odierno di 2.300 euro mensili avrebbe una futura pensione di 1.897 euro, circa 12 euro in meno rispetto a quanto avrebbe avuto se non ci fosse stata la pandemia Covid e il ridimensionamento evidente del Pil.

Ma questo è lo scenario migliore nel quale si può sperare perché se il rimbalzo dell'economia, ovvero la capacità dell'Italia di produrre un Pil che possa recuperare quanto perso per la pandemia, non dovesse risultare nei prossimi anni particolarmente evidente, il lavoratore rischierebbe di perdere fino a 73 euro mensili della futura pensione.

In generale, dunque, più si è prossimi alla pensione e maggiormente si è soggetti all'effetto negativo del periodo Covid perché si hanno minori anni per sperare in un recupero dell'economia italiana. Complessivamente, in uno scenario più favorevole, la perdita di pensione per chi oggi ha tra i 40 e i 50 anni potrà fermarsi all'1%, mentre senza il rimbalzo del Pil la decurtazione sarà più sensibile, stimabile intorno al 4%.

Pensioni giovani: più tempo per recuperare il Pil negativo 2020

Gli effetti negativi del Pil 2020 si rifletteranno anche sulle pensioni dei contribuenti più giovani. Chi oggi ha 30 anni e guadagna 1.500 euro di stipendio netto, avrà un effetto più limitato per via dei tanti anni che lo separano dall'uscita dal lavoro e per le possibilità che l'economia possa recuperare quanto perso nel periodo di emergenza sanitaria.

Nello scenario più favorevole, ovvero di un completo recupero negli anni del Pil, la pensione futura non ne risentirà e sarà praticamente invariata. Nello scenario del mancato rimbalzo del Pil, invece, anche per le generazioni più giovani il taglio delle pensioni sarà più consistente e stimabile in oltre il 2% dell'assegno mensile. In cifre, chi oggi guadagna 1.500 euro, potrebbe avere un assegno futuro di pensione di 1.325 euro con un taglio di 32 euro al mese.