Arrivano dalla relazione accompagnatoria al decreto legge Sostegni bis le prime stime sui lavoratori e sulle famiglie interessate alle misure dal provvedimento, tra le quali quelle più attese riguardano le pensioni con uscita 5 anni prima, il bonus Inps di 1600 euro destinato soprattutto agli stagionali, alle partite Iva e ai lavoratori del turismo, e l'estensione del reddito di emergenza (Rem) ai nuclei non coperti da altri aiuti.
L'allargamento della platea del contratto di espansione, che permetterà ai lavoratori che si trovino a non più di 60 mesi dalla pensione di vecchiaia l'uscita immediata, coinvolgerà almeno 4500 lavoratori che non avrebbero avuto questa possibilità se non fossero stati allentati i requisiti di uscita. Ma molti sono anche i lavoratori che, proprio grazie a questo strumento, potranno riqualificarsi, beneficiando della riduzione dell'orario lavorativo. Le misure del Sostegni bis avrà un impatto notevole anche sulle assunzioni, con oltre 325mila nuovi contratti in arrivo.
Pensioni: uscita anticipata di 5 anni rispetto a vecchiaia o anzianità, chi può uscire nel 2021
Innanzitutto i lavoratori in uscita dalle imprese e agevolati dal contratto di espansione. Un primo allargamento della platea è stato fatto dalla legge di Bilancio 2021 che ha permesso, per il 2021 alle imprese con almeno 250 dipendenti, di ricorrere allo scivolo delle Pensioni, con 5 anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia (uscita a 62 anni anziché 67), o con obiettivo i contributi della pensione anticipata (37 anni e 10 mesi versamenti anziché 42 anni e 10 mesi, per le donne riduzione da 41,10 a 36,10). Il decreto Sostegni bis non solo ha abbassato a 100 il numero di unità lavorative all'interno delle aziende per adoperare questo strumento di pensione anticipata, ma ha anche allargato le possibilità di riqualificazione e di ristrutturazione del personale alle imprese da 100 a 499 addetti, possibilità quest'ultima riservata finora solo alle imprese da 500 dipendenti e oltre.
Contratto di espansione, riduzione orario lavorativo per chi non ha i requisiti della pensione
Sta di fatto che, oltre alla possibilità di accompagnare il lavoratore alla pensione con un anticipo fino a 5 anni dalla vecchiaia o dall'anzianità contributiva, le imprese anche più piccole possono ricorrere alla riduzione dell'orario di lavoro del 30% per i dipendenti che non si trovino a 60 mesi dall'uscita per la pensione e che quindi non abbiano maturato i requisiti per il prepensionamento. Secondo le stime della relazione tecnica al decreto Sostegno, saranno interessati alla riduzione dell'orario lavorativo fino a 18.000 lavoratori che verranno posti in cassa integrazione straordinaria per riqualificarsi.
La platea corrisponde al 3% dei lavoratori di 7.670 aziende che hanno tra i 100 e i 499 dipendenti, a prescindere dai numeri di uscita e di riqualificazione delle imprese più grandi.
Pensioni, il Sostegni bis allarga la platea di chi può uscire cinque anni prima
Per le modifiche al contratto di espansione nella parte relativa alle pensioni anticipate, la relazione stima che saranno in 4.500 i lavoratori che sceglieranno la possibilità di uscire prima fino a 5 anni grazie all'inclusione del Sostegni bis. Si tratta di lavoratori che si troveranno a 60 mesi dalla pensione di vecchiaia o da quella di anzianità e che, pertanto, a partire da settembre 2021 (per i prepensionamenti di quest'anno è necessario trovare l'accordo di uscita lavoratore-azienda-sindacati entro il 30 novembre) potranno beneficiare di un periodo medio di spettanza della Naspi a copertura dell'indennità previdenziale pari a cinque mesi.
Oltre ai benefici riservati alle aziende che utilizzino il contratto di espansione per agevolare l'uscita dei propri dipendenti e nel contempo procedere con nuove assunzioni, il contratto di ricollocazione introdotto dal decreto Sostegni bis permetterà numeri elevati di nuove assunzioni. La relazione tecnica stima infatti che i nuovi assunti con questo strumento saranno 325mila, con esonero contributivo del 100% per i datori di lavoro per una durata di sei mesi e un limite di 6.000 euro. L'esonero medio stimato dalla relazione - ovvero il risparmio in termini di contributi per il datore che assume - è pari a 450 euro mensili.
Oltre alle pensioni, bonus Inps stagionali e turismo e Rem: previsioni e chi dovrà presentare domanda
Alcuni numeri sono inclusi nella relazione dei tecnici del governo al decreto Sostegni bis per quanto riguarda altre misure in aiuto dei lavoratori e delle famiglie. Infatti, il bonus Inps di 1600 euro destinato agli stagionali del turismo e degli stabilimenti termali, ai lavoratori in somministrazione per settori diversi, agli intermittenti, agli autonomi senza partita Iva, ai lavoratori dello spettacolo e agli incaricati delle vendite a domicilio, dovrebbe avere una platea di 469mila beneficiari, dei quali 382mila lavoratori che non dovranno presentare domanda all'Inps perché già pagati con la stessa indennità per decreti precedenti e 87mila che dovranno inoltrare istanza come nuovi beneficiari.
Infine, con la proroga per i mesi di giugno, luglio, agosto e settembre del reddito di emergenza si dovrebbe andare a sostenere 402mila nuclei familiari per un importo medio di 550 euro. I numeri del Rem sono al ribasso rispetto al primo decreto Sostegni per l'esclusione degli ex percettori di Naspi e Dis-coll dalla misura. Per il reddito di emergenza le domande dovranno essere presentate entro il 31 luglio 2021.