L'uscita per le Pensioni di vecchiaia potrebbe rimanere congelata all'età di 67 anni fino al 2026. Al di là delle manovre del governo per la riforma delle pensioni, è la nota di aggiornamento delle tendenze nel medio e lungo periodo della Ragioneria Generale dello Stato ad anticipare l'andamento dei requisiti anagrafici di uscita dei prossimi anni. Ad oggi, la sicurezza del blocco dell'età di uscita a 67 anni sussiste fino al biennio 2023-2024. Per il successivo biennio, il 2025-2026, l'età delle pensioni potrebbe continuare a rimanere immutata, nonostante le proiezioni di appena un anno fa avessero anticipato aumenti del requisito anagrafico di tre mesi per ogni biennio fino al 2030 e di ulteriori 5 mesi entro il 2035.
Pensioni anticipate e pensione di vecchiaia: verso il blocco dell'età e dei contributi di uscita fino al 2026
L'ufficialità del blocco dell'età delle pensioni di vecchiaia a 67 anni per il prossimo biennio (2023-2024) era stato dato qualche settimane fa dall'Inps. L'Istituto previdenziale, nella circolare numero 28 del 18 febbraio 2022, sulla base dei monitoraggi della speranza di vita effettuati dall'Istat e confermati dal decreto del ministero dell'Economia e delle Finanze del 27 ottobre 2021, non aveva rilevato aumenti dell'età delle pensioni per i prossimi due anni. Pertanto, fino al 31 dicembre 2024, serviranno 67 anni di età, unitamente a 20 anni di contributi, per poter accedere alla pensione di vecchiaia.
Le pensioni anticipate, invece, rimarranno congelate con gli attuali requisiti di uscita fino al 31 dicembre 2026. Pertanto, gli uomini potranno anticipare la pensione in presenza di 42 anni e 10 mesi di contributi versati indipendentemente dall'età; le donne con 41 anni e 10 mesi di contributi.
Pensioni di vecchiaia, blocco uscita a 67 anni dal 2022 al 2026
La novità dell'ultima ora è rappresentata dalle ulteriori proiezioni sulla speranza di vita, ai fini del calcolo dei requisiti anagrafici delle pensioni di vecchiaia, della Ragioneria Generale dello Stato. Dalle tendenze del medio e del lungo periodo, infatti, si rileverebbe un'influenza accentuata della mortalità e quindi una riduzione della speranza di vita conseguente agli anni di Covid, soprattutto il 2020 e il 2021.
I due anni, infatti, nel calcolo dei prossimi aggiornamenti dell'età di uscita delle pensioni, entreranno nel rapporto matematico degli incrementi dell'aspettativa di vita a partire dai 65 anni di età. E, pertanto, anche il biennio successivo, ovvero il 2025-2026, potrebbe continuare a richiedere l'età minima di 67 anni per andare in pensione di vecchiaia, senza aumenti.
Pensioni, ecco chi esce dal 2022 al 2026: verifica dalla data di nascita al compimento dei 67 anni di età
Con l'età di uscita per le pensioni a 67 anni di età, nel 2022 abbandoneranno il lavoro i nati entro il 31 dicembre 1955. Per effetto del blocco già decretato e ufficiale a 67 anni anche del prossimo biennio, andranno in pensione nel 2023 i nati entro il 31 dicembre 1956 e, nel 2024, i nati entro la fine del 1957.
Se venisse confermato il blocco a 67 anni anche per il 2025 e per il 2026, andrebbero in pensione, rispettivamente, i nati entro il 31 dicembre del 1958 e del 1959. L'età di uscita per le pensioni potrebbe tornare a salire di due mesi (uscita a 67 anni e due mesi) nel biennio 2027-2028. In tal caso, nel 2027 andrebbero in pensione i nati entro il 31 ottobre del 1960 e, nel 2028, i nati entro il 31 ottobre del 1961. Nel biennio successivo, il 2029-2030, le proiezioni della Ragioneria Generale dello Stato indicano un aumento ulteriore dell'età delle pensioni di tre mesi. La pensione di vecchiaia scatterebbe, dunque, a 67 anni e 5 mesi con uscita, nel 2029, dei nati entro il 31 luglio 1962 e, nel 2030, dei nati entro il 31 luglio 1963.