Quando meno te l'aspetti. Il Lecce targato Braglia, autore di una strepitosa striscia di risultati utili consecutivi (19), dopo la partita vinta a Cosenza, nel mese decisivo per il salto di categoria, ha guadagnato solo 5 punti in 5 gare. La soliditàdella squadra si è sfaldata nel momento in cui vi era più necessità di maturità e voglia di promozione diretta.
Un aprile da incubo: la cronistoria
3 aprile: Lecce-Matera 1-2. Nonostante numerosi miracoli del portiere materano Bifulco, il Lecce esce sconfitto dal "Via del Mare". Una costante, si potrebbe dire: da quando è in Lega Pro, infatti, le partite più importanti le ha sempre fallite tra le mura amiche.
Benevento a +4.
9 aprile: Lecce-Akragas 0-0. Inizia il calo.ll Lecce stecca la seconda partita consecutiva, con una prestazione abulica in attacco. In due partite casalinghe, un solo punto, ma il Benevento rimane a +4 dopo il pareggio di Cosenza.
17 aprile: Messina-Lecce 1-1. Il Lecce non riesce ad avere la meglio su una squadra senza obiettivi (e con numerose assenze), il vantaggio è di Lepore solo su rigore. Il Foggia supera il Lecce, non più secondo, il Benevento si allontana a 6 punti.
24 aprile: Lecce-Paganese 1-0. Uno straordinario gol di De Feudis e un turn-over massiccio consente al Lecce di superare la compagine campana. L'espulsione di Cosenza rende più ardua l'impresa, ma il Lecce vinceetorna secondo, con il Benevento sempre a +6.
30 aprile: Benevento-Lecce 3-0. Il Lecce perde il big match con la capolista e torna terzo, nonostante un approccio positivo con il palo di Lepore dopo pochi minuti. La squadra si abbandona al proprio destino, si perde nella festa dei sanniti, senza dare segni di risveglio.
Quali i motivi di questa debacle? Proviamo ad ipotizzarne qualcuno.
Calo fisico
I segni di stanchezza, dopo una rincorsa durata diversi mesi, si sono visti soprattuttonegli uomini che hanno reso il sogno possibile: Moscardelli, Papini, Surraco solo per citarne alcuni. Qualcuno dirà che è fisiologico; potrebbero aver avuto effetto anche i primi caldi.
Assenze nel momento topico
La trasferta di Cosenza verrà ricordata anche per i cartellini gialli rifilati ad Abbruzzese e Cosenza, il duo centrale titolare.
La loro mancanza nella partita più importante della stagione si è fatta sentire, con Camisa che è sembrato in mancanza di condizione (decisivi i suoi errori con il Matera e il Benevento). Anche l'assenza di Perucchini ha comportato problemi, Bleve non è sembrato perfetto.
Mancanza di turn-over
Mister Braglia ha deciso di puntare con continuità più o meno sugli stessi 14 giocatori. Ha avuto ragione in molte partite, caratterizzate daprestazioni eccellenti, ma a lungo andare la stanchezza ha iniziato a farsi sentire, portando ad un turn-over solo nella sfida con la Paganese e il Benevento. I rincalzi non sono sembrati sempre all'altezza della situazione, soprattutto quelli che per vari mesi hanno assaporato solo la panchina.
Lapressione psicologica
Il Lecce, da quando è in Lega Pro, ha purtroppo fallito le occasioni più importanti, perlopiù in casa. Sono cambiati i giocatori, gli allenatori, i dirigenti, ma nelle menti deitifosi sono ben impressi i fallimenti nelle partite topiche della stagione (vedi Trapani e Carpi nel 2013, Perugia e Frosinone nel 2014, Melfi eMatera nel 2016). La squadra salentina sembrerebbe caratterizzata da una cronica "ansia da prestazione", non adatta a fronteggiare la pressione psicologica.
Ed ora? Rialzarsi e pensare ai playoff
Matera e Benevento devono servire a qualcosa. Il Lecce ora conosce i suoi limiti, e su di essi deve riflettereper perseguire i risultati sperati. Affrontare a testa alta i Castelli Romani, per capire la posizione dacui affrontare gli spareggi.
Se sarà Alessandria, Bassano, Pordenone, Pisa, Maceratese, Foggia o Casertana (Cosenza) poco importa, bisogna ricaricare le pile ed esprimere sul campo l'attaccamento alla maglia. I tifosi chiedono questo, vedere lottare i giocatori.
Nulla è ancora perduto. Lecce, tocca a te.